Nel periodo compreso tra il 12 agosto e l’11 ottobre il
Piemonte ha testato con tamponi per Covid-19 3.460 persone ogni 100 mila abitanti. Il rapporto tra casi testati e positivi, nello stesso periodo di tempo, si è attestato all’8,7%. I dati emergono dal
più recente rapporto pubblicato dalla
Fondazione GIMBE, organizzazione che si occupa di ricerca, formazione e informazione scientifica, e posizionano il Piemonte agli ultimi posti in Italia per quanto riguarda i due parametri citati.
Per quanto riguarda i pazienti testati ogni 100 mila abitanti solo Marche (3.342) e Sicilia (3.232) hanno fatto peggio del Piemonte nell’arco di tempo preso in esame, mentre la media nazionale è di 5.560 persone testate ogni 100 mila abitanti. Quadro negativo anche sotto il profilo della percentuale di positività in relazione ai tamponi effettuati: il Piemonte è quarto in Italia dietro a Valle d’Aosta (14%), Liguria (12,1%) e Campania (8,9%). La nostra, inoltre, risulta tra le Regioni che da aprile ad oggi non hanno incrementato il numero di laboratori accreditati per l’esecuzione di tamponi molecolari: erano 14, sono rimasti 14, mentre altre regioni hanno nettamente potenziato la rete (Lombardia da 19 a 47, Liguria da 5 a 11, Sicilia da 2 a 45, Sardegna da 2 a 13, Toscana da 12 a 21) e in un quadro complessivo nazionale in cui si è passati da 152 a 270 strutture abilitate.
La capacità di “testing&tracing” a livello nazionale è quindi stata aumentata, anche se secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, lo sforzo non è sufficiente: “Osservando il progressivo incremento dei nuovi casi già da fine agosto la Fondazione sollecitava le Regioni a potenziare le attività di testing & tracing, perché nella fase di lenta risalita della curva epidemica la battaglia con il virus si vince sul territorio. Purtroppo i tamponi, per quanto modestamente potenziati, con l’impennata dei casi si sono rivelati un ‘collo di bottiglia’ troppo stretto che ha favorito la crescita dei nuovi contagi che negli ultimi 10 giorni da lineare è diventata esponenziale”.
Nonostante la più volte sbandierata intenzione di incrementare il numero di tamponi, i numeri vedono la Regione Piemonte decisamente in ritardo.
“Entro fine giugno puntiamo ad arrivare ad una capacità massima di 20 mila tamponi al giorno”, aveva detto l’assessore regionale alla Programmazione dei Laboratori Covid
Matteo Marnati lo scorso martedì 12 maggio: intenzioni che però non si sono mai trasformate in fatti concreti, con il Piemonte che è sempre rimasto tra le ultime regioni in Italia per casi testati ogni 100 mila abitanti, oltre che agli ultimi posti (tra le regioni più colpite dalla “prima ondata”) per numero assoluto di tamponi giornalieri effettuati.
Eloquenti i dati di ieri, mercoledì 14 ottobre, quando il Piemonte ha comunicato nel suo bollettino quotidiano l’esecuzione di 5.297 test per la rilevazione del Sars-Cov-2. Nelle stesse ore la Lombardia ne eseguiva 29.048, il Veneto 21.095, il Lazio 15.484, la Toscana 11.033, l’Emilia Romagna 15.607. E ancora: la Campania 11.396, il Friuli Venezia Giulia 6.030, la Sicilia 7.021.