CUNEO - 'Cosa dobbiamo fare per non sentirci chiamare colpevoli ancor prima di iniziare a lavorare?'

I presidenti delle associazioni di categoria cuneesi replicano alla proposta di assumere 10 mila nuovi ispettori del lavoro avanzata da Chiara Gribaudo

03/05/2020 13:04

La deputata cuneese Chiara Gribaudo, vicepresidente del gruppo PD alla Camera dei deputati, il primo maggio è intervenuta per annunciare la proposta al Governo di assumere 10 mila ispettori del lavoro "per poter garantire una presenza che contribuisca anche e soprattutto alla prevenzione", al fine di evitare la recrudescenza dei contagi che potrebbe verificarsi "se sui luoghi di lavoro non si manterranno distanze e protezioni".
 
Ecco la risposta corale all’onorevole Gribaudo dei presidenti di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, Confartigianato Cuneo, Luca Crosetto, Confcommercio Cuneo, Luca Chiapella, Confcooperative Cuneo, Alessandro Durando, e Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia.
 
Gentile Onorevole,
leggendo ciò che ha pubblicato sul quotidiano La Repubblica, noi forze produttive ci sentiamo tanto come gli ultimi della classe, gli scolari birbanti, quelli dell’ultimo banco che, appena ti giri, fanno volare gli aeroplanini e tirano le palline di carta al vicino di banco. Cosa dobbiamo fare per difendere la nostra dignità e non sentirci chiamare colpevoli ancora prima di iniziare a lavorare?
 
Per la ripartenza, ogni azienda piccola o grande ha riorganizzato interi stabilimenti, laboratori e negozi, linee produttive, ingressi, turni, postazioni per la misurazione della temperatura, locali spogliatoi e mense con distanziamento sociale... una bella impresa!
 
Stiamo anche comprando migliaia di test sierologici e tamponi, tutto ovviamente a carico nostro, non dello Stato. I sindacati aziendali discutono e condividono, come giusto, le modalità di applicazione dei protocolli, ogni azienda ha un comitato che proprio a questo scopo è stato costituito. Se no si chiude di nuovo, lo sappiamo meglio noi di chiunque altro. Avete scritto più di mille pagine solo per dire come dovevamo stare chiusi. E poi altre centinaia per dire come dovevamo riaprire. E ogni nuova norma porta con sé un esercito di consulenti, avvocati, commercialisti, ingegneri, per essere sicuri di adempiere correttamente (a carico nostro, si intende).
 
Sa quante ore e giorni impiegati per trovare le mascherine adatte? E gli sforzi delle aziende riconvertite per produrle e poi fermate dalla burocrazia della
pubblica amministrazione? Sa che spesso i dispositivi si pagano anticipatamente rispetto alla consegna e bisogna avere i soldi? Sa che solo un termoscanner evoluto costa alcune decine di migliaia di euro? Lei sicuramente queste cose le sa, ma noi imprenditori la preoccupiamo, forse ci vede pronti a scansare il dovere, a cercare la scorciatoia, a cercare il risparmio, come fossimo eterni mercanti di Venezia. Attendiamo anche i nuovi ispettori che lei auspica, siamo abituati da tempo a controlli di ogni genere, uno in più o in meno cambia poco. Ci troveranno demoralizzati e stanchi. Di pensare a un Paese diverso che non arriva
mai. Di essere considerati delinquenti, ancor prima di aprire il cancello, solo perché nessuno ci accredita uno stipendio al 27 del mese. Ma, da eterni idealisti, ci troveranno comunque innamorati del nostro Paese e pronti a spendere le nostre energie migliori per fare la nostra parte, ogni giorno che Dio manda in terra, accanto ai nostri lavoratori.
 
Confindustria Cuneo – Il presidente, Mauro Gola
Confartigianato Cuneo – Il presidente, Luca Crosetto
Confcommercio Cuneo – Il presidente, Luca Chiapella
Confcooperative Cuneo – Il presidente, Alessandro Durando
Confagricoltura Cuneo – Il presidente, Enrico Allasia

c.s.

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