Nel I semestre 2023 l’aumento delle esportazioni cuneesi di prodotti manifatturieri, che rappresentano il 96,3% del totale, è stato del 14,1%, mentre il comparto agricolo ha registrato una perdita del 6,8% e i prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, che incidono soltanto per lo 0,1% sul totale dell’export, hanno fatto segnare una perdita del 18,4%.
Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 32,5%, sia il settore trainante dell’export manifatturiero con +6,7%, sebbene questo semestre la performance migliore sia stata registrata dagli articoli in gomma (+69,6%), seguiti da chimica e farmaceutica (+23,0%), da apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+15,1%), da macchinari e apparecchi n.c.a. (+13,0%) e dai mezzi di trasporto (+10,2%). L’unico comparto a registrare una significativa decrescita è quello dei metalli di base (11,6%), mentre i restanti comparti hanno evidenziato incrementi minori pur in un contesto positivo.
Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 63,7% delle esportazioni provinciali, contro il 36,3% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. L’aumento registrato dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stato del 16,6%, mentre quello verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un +7,5%. I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 19,4% e 14,8%. La Francia ha evidenziato una crescita del 19,9% e la Germania del 19,5%. La Spagna, con una quota del 6,6%, ha registrato una variazione del +34,9%, mentre la Polonia con una quota del 4,6% ha riportato un buon +22,2%. Le variazioni, in positivo, maggiormente significative sono state registrate da Austria (+23,7%), Grecia (+23,1%) e Romania (+22,4%) rispettivamente nono, decimo e ottavo mercato di sbocco all’interno dell’Unione europea. Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior rilievo continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,3% e il 5,3% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno registrato una flessione del 2,0%, mentre il Regno Unito, nostro quinto mercato di riferimento, ha registrato un confortante incremento del 9,9%. Il Canada, con una quota del 2,1%, ha riportato un +3,1% mentre la Svizzera, con una quota dell’1,8%, ha registrato una flessione dell’1,1%. Pur rappresentando una percentuale bassa delle nostre esportazioni (1,3%) il risultato migliore, rispetto al I semestre 2022, l’ha conseguito l’Australia (+44,6%) seguita da Arabia Saudita (+35,8%) e Messico (+35,3%). La Russia, con il perdurare del conflitto, ha registrato una flessione del 24,7% mentre la Cina, quinto nostro mercato Extra UE, ha fatto segnare un incremento del 9,9%.