È stato presentato nei giorni scorsi nella sede della Provincia il sesto “Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi”, con un focus particolare sulla realtà penitenziaria della Granda. Sono intervenuti il presidente della Provincia Cuneo, Federico Borgna, l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Cuneo Patrizia Manassero, i Garanti di Alba (Alessandro Prandi), Cuneo (Alberto Valmaggia) e Saluzzo (Paolo Allemano) oltre al garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, Bruno Mellano.
Scopo dell’incontro era quello di portare all’attenzione delle amministrazioni nazionali e territoriali le croniche esigenze e criticità strutturali dei tredici istituti penitenziari per adulti piemontesi e dell’istituto penale minorile di Torino. Questo soprattutto alla luce dell’emergenza sanitaria e del piano straordinario di interventi che il ministero intende finanziarie con risorse proprie e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, rilanciando proposte operative e segnalando priorità di intervento. Il sesto Dossier è stato elaborato dal Garante regionale delle persone detenute in collaborazione con il Coordinamento piemontese dei garanti comunali per corrispondere alle richieste della ministra Marta Cartabia che ha istituito una Commissione con l’obiettivo di “migliorare la qualità della vita delle persone recluse e di coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari”. Quella del carcere è una realtà complicata, come spesso riportato da notizie di cronaca. Tra i problemi più urgenti ci sono gli interventi strutturali per rendere il carcere, oltre che umano e dignitoso, anche utile e efficace, in una fase in cui si prevedono consistenti investimenti di denaro.
In Piemonte ci sono 13 istituti penitenziari oggetto del dossier, oltre all’Istituto penale minorile di Torino. Quattro carceri sono sul territorio della Granda. A Cuneo esiste una Casa circondariale (278 posti) e un reparto di massima sicurezza 41 bis. Ad Alba la casa di reclusione “Montalto” ha una capienza di 33 persone, ne ospita oggi 40. La struttura di Fossano a “custodia attenuata” è dedicata ai detenuti a fine pena e oggi conta 93 presenze per una capienza regolamentare di 133. Saluzzo dispone di un carcere di “alta sicurezza” con 395 presenze, ma con una capienza che può arrivare alle 485 unità. I relatori hanno descritto le carenze strutturali e logistiche degli spazi che, se riqualificati, potrebbero diventare risorse per altri utilizzi e attività.
Nuove opportunità potrebbero arrivare dai fondi europei complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza che ammontano a 132,9 milioni di euro per un totale di circa 180 milioni da dedicare ad interventi strutturali mirati per numerose realtà di detenzione penale.
Il dossier verrà inviato alla ministra di Giustizia Marta Cartabia, ai sottosegretari di Stato Francesco Paolo Sisto e Anna Macina, al capodipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) Bernardo Petralia, al vice capodipartimento Dap Roberto Tartaglia, al nuovo provveditore dell’Amministrazione penitenziaria del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (Prap) Rita Russo, al capodipartimento della Giustizia minorile e di comunità Gemma Tuccillo e al responsabile del Centro di giustizia minorile del Piemonte Antonio Papalardo.