I mercati cittadini sono da sempre animati luoghi di incontro e di chiacchiere, in cui andare alla ricerca di occasioni, ma anche di prodotti di qualità introvabili altrove. Fare un giro tra le bancarelle al mercato il martedì a Cuneo è quasi un rito per i piemontesi e anche per molti francesi, tanto che in quei giorni, si sa, trovare parcheggio è praticamente impossibile. Prima dell’arrivo delle automobili i contadini partivano prima dell’alba per arrivare in tempo in piazza Galimberti e disporre ordinatamente i propri prodotti. È una tradizione secolare che racconta uno spaccato delle memorie di un tempo. Sono vere e proprie istituzioni, anche se recentemente si è parlato di un loro decadimento, in parte dovuto alla difficoltà degli ultimi anni dei turisti francesi a raggiungere Cuneo e dintorni con i lavori al colle di Tenda.
La storia del mercato del capoluogo della Granda, come dimostrano gli scritti giunti fino ai giorni nostri, affonda le sue radici in epoche lontane. La prima menzione del mercato del martedì risale al 1203, appena cinque anni dopo la fondazione della città. Da quell’anno sicuramente il mercato si è evoluto, in alcuni territori ha cambiato ripetutamente luogo - come a Borgo San Dalmazzo o a Bene Vagienna - ma ha sempre mantenuto saldo nel tempo il suo valore. Questa usanza porta con sé una grande valenza sociale, oltre che economica e commerciale per i territori.
Ma i mercati non si sostengono completamente da soli. Tutte le principali cittadine della provincia Granda hanno il proprio e la sopravvivenza è garantita anche grazie alle amministrazioni che contribuiscono a sostenere le attività commerciali locali con aiuti economici. Queste spese rientrano nei bilanci, in particolare nelle uscite che riguardano il sostegno del commercio locale, e in cui rientrano quindi anche mercati e fiere.
Secondo i dati della fondazione indipendente Openpolis, la spesa media registrata a livello nazionale è 6,98 euro pro capite. In generale, le uscite maggiori si trovano nei comuni della Valle d’Aosta, dell’Abruzzo e dell’Emilia. Si spende meno, invece, in Veneto, Sicilia e Calabria. A livello nazionale, tre grandi città superano gli undici euro pro capite di spesa. Si trovano tutte nel centro-nord, e tra queste non figura Torino. Ci sono Trieste (11,77 euro pro capite), Genova (11,34 euro) e Firenze (11,17 euro). Tra le regioni che spendono di più c’è la Valle d’Aosta, regione in cui il 31% dei comuni (23 municipi su 74) si colloca al di sopra della media nazionale.
Ma qual è la situazione nella provincia di Cuneo? In quest’analisi è bene differenziare tra spesa in termini assoluti (quindi, spesa totale) e spesa pro capite. In valori assoluti il comune cuneese che spende di più è Peveragno, con una somma che ammonta a circa 415.768 euro. Al secondo posto si trova Costigliole Saluzzo (292.216 euro), seguita da Saluzzo (289.207 euro), Cuneo (231.749 euro), Mondovì (188.537 euro) e Alba (150.233 euro). Se confrontiamo queste somme con quelle che spendono gli ultimi della lista la differenza è notevole. In fondo alla classifica si trova la cittadina di Mombarcaro, nelle Langhe, che con i suoi 268 abitanti investe in tutto 37,68 euro. La seguono San Benedetto Belbo, con una spesa totale di 42,70 euro, e Frabosa Soprana, con 72,22 euro in tutto.
In generale, numerosi sono i comuni cuneesi che si situano ben al di sopra della media nazionale anche se, è bene specificarlo, spese maggiori o minori non comportano necessariamente una buona o cattiva gestione della materia. Il primo municipio per spesa pro-capite è Ostana, in valle Po, dove si spendono 259,82 euro per persona (circa 22mila euro in valori assoluti). Al secondo posto si trova Montemale di Cuneo, tra la valle Grana e la valle Maira, con 202,76 euro pro capite e infine Bellino, in valle Varaita, con 166,79 euro pro capite. Cuneo si trova al sessantunesimo posto a livello provinciale, con 4,17 euro pro capite.
Il comune con la spesa per persona più bassa in provincia è Cherasco, con appena 0,08 euro a testa e 732,98 euro in valori assoluti. Prima di Cherasco si trovano Villafalletto (0,10 euro pro capite e 277,23 in termini assoluti) e il comune di Frabosa Soprana (0,10 euro pro capite e 72,22 in valori assoluti).