Torna a far capolino nelle discussioni dell’assemblea civica di Cuneo l’irrisolta questione di villa Invernizzi. L’immobile in via Ettore Rosa, sottoposto a un vincolo della Soprintendenza, è da anni abbandonato all’incuria: il Comune ne è proprietario per il 95% ma al momento non si intravedono margini per un recupero strutturale.
“Pochi mesi fa - ha
ricordato in un’interpellanza il consigliere di Cuneo per i Beni Comuni
Ugo Sturlese -
avevamo sollecitato un controllo sull’edificio e soprattutto un’impostazione sul suo possibile riuso. Ѐ vero che si tratta di una proprietà ‘fittizia’ del Comune, ma questo non dovrebbe comunque impedire all’amministrazione di cominciare a capire cosa si voglia fare di questa struttura”.
Una dozzina d’anni fa sembrava che il villino liberty costruito nel 1910 per l’industriale caseario Amilcare Invernizzi fosse destinato all’abbattimento. A salvarlo, oltre ad alcuni elementi architettonici di pregio, fu il suo valore memorialistico: durante la seconda guerra mondiale infatti l’abitazione era stata sede del comando partigiano di Cuneo. Già dal settembre 1943 Invernizzi aveva ospitato alcune riunioni del Cln cittadino, mentre sua moglie dirigeva il servizio di vettovagliamento e infermeria dei partigiani e delle missioni alleate nella ultime fasi della battaglia per il capoluogo della Granda.
“Col senno di poi - ha osservato il portabandiera della destra civica, Beppe Lauria - la villa andava probabilmente abbattuta perché credo che comprometta quella situazione urbanistica. Ma preso atto che si è andati nella direzione di preservarla non si può non stigmatizzare il comportamento dell’amministrazione, che dice di aver a cuore la sua storia e la lascia in stato di abbandono. Spero almeno che la scala elicoidale interna si sia mantenuta integra”.
La risposta dell’assessore al Patrimonio
Paola Olivero non è troppo dissimile da quella
fornita allo stesso interpellante nell’ottobre scorso, quando era stato effettuato l’ultimo sopralluogo. Se non per un particolare:
“Il 23 dicembre - ha annunciato l’assessore -
è stata data risposta alla Soprintendenza manifestando la volontà di procedere a una ristrutturazione. Questa però, almeno inizialmente, potrà riguardare solo una parte della villa”.
Secca la replica di Sturlese, che ha bocciato l’operato della giunta: “Le cose rimangono al punto di prima. Si potrebbe cominciare a ipotizzare un uso di quel bene a beneficio del quartiere o per usi culturali ma non c’è nessuna idea su come valorizzarlo. Se faccio un confronto con l’impegno che avete messo in altre situazioni come quella di piazza Europa o con i progetti per le sistemazioni future di altre aree, constato una scarsa attenzione a questo edificio così significativo per la città”.