Anche a Cuneo, città solidale e accogliente per definizione, succede che venga proposta la decadenza dall’assegnazione di una casa popolare in centro città ad una mamma con figlia disabile. La signora, di cui non faremo il nome per rispettarne la privacy e che chiameremo Maria, risulta in arretrato coi pagamenti dell’affitto e delle spese condominiali in quanto non riesce ad ottenere un lavoro stabile e compatibile con l’esigenza di accudire la figlia diversamente abile che non può essere lasciata sola.
Da quando è nata sua figlia, 16 anni fa, Maria ha potuto contare solo sulle sue forze, senza trovare un lavoro fisso ma svolgendo lavori duri e precari che, insieme alle apprensioni ed al senso di solitudine, stanno minando la sua salute. Dura la vita senza vacanze, al massimo qualche gita al mare in giornata. Maria riesce a fatica a pagare le utenze, ma rimane sistematicamente indietro con l’affitto. Così iniziano ad arrivare le lettere di sollecito, fino al colpo di scena finale: il 14 gennaio scorso l'ATC invita il sindaco di Cuneo a dare esecuzione alla decadenza per morosità della casa popolare in cui vive con la figlia.
Maria è cuneese, e con orgoglio sabaudo si vergogna della sua situazione per non essere riuscita a fare di più. Non chiede nulla per sè, ma vorrebbe assicurare una vita ed un futuro dignitoso alla figlia. Ha un'abilitazione, ma al momento per lei non c'è stata l'occasione di un lavoro che le dia la possibilità di affrontare la vita con serenità. Con l’assegno che percepisce la figlia diversamente abile e con le poche ore settimanali di lavoro Maria è troppo povera per fare fronte a tutte le spese, ma troppo ricca per la matematica dei servizi sociali e i sussidi statali che riceve sono irrisori. Al momento il primo cittadino non ha ancora agito, ma i tempi sono brevi e il rischio della decadenza della casa popolare è imminente.