Trasporti, sanità, agricoltura, difesa comune e fisco, più molto altro ancora: c’è stato spazio per un ampio confronto sui temi nel Consiglio comunale aperto sull’Europa, indetto a Cuneo in vista delle prossime elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento. “Se è vero che non abbiamo potere diretto sulle istituzioni sovranazionali, - ha premesso il presidente del Consiglio comunale Marco Vernetti - è necessario conoscere in presa diretta le ragioni e le prospettive di scelte politiche assunte nel quinquennio passato, insieme alle sfide con cui le istituzioni si trovano confrontate nel quinquennio che sta per aprirsi”.
Insieme ai consiglieri comunali, alla giunta e alla sindaca Patrizia Manassero, al dibattito hanno assistito una platea di autorità locali e gli studenti del terzo Liceo Scientifico del “Pellico-Peano”, sezione R, che aderiscono al metodo Rondine: una nuova sperimentazione didattica basata sulla gestione dei conflitti. Tre europarlamentari della circoscrizione Nord Ovest hanno risposto all’appello degli uffici comunali: Gianna Gancia (Lega), Brando Benifei (Partito Democratico) e Maria Angela Danzì (Movimento 5 Stelle). Insieme a loro erano presenti il responsabile comunicazione della rappresentanza della Commissione europea in Italia Massimo Pronio e il responsabile media del Parlamento europeo Maurizio Molinari.
Dalla sindaca attenzione alle proteste dei trattori: “Nessuno resti indietro”
“Le strade e le piazze italiane sono in questi giorni piene di trattori che esprimono difficoltà reali e concrete” ha detto la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero nel suo intervento, menzionando il tema “caldo” di questi giorni, la protesta degli agricoltori contro la scarsa redditività e i vincoli del Green Deal europeo. “Dobbiamo essere grati all’Ue per l’accelerata che ha dato ai processi di lotta ai cambiamenti climatici, ponendo obiettivi ambiziosi a beneficio della salute dei cittadini - aggiunge Manassero -. Ma è uno sforzo che non deve mai perdere lo sguardo sulle ricadute, affinché nessuno resti indietro”.
“Non sappiamo cosa ci aspetterà nel prossimo mandato” ha proseguito la prima cittadina, indicando però tre grandi sfide da affrontare in prospettiva continentale: “La prima è quella della pace, l’Europa deve essere un continente di pace”. Poi l’intelligenza artificiale: “Un nuovo attore che sta entrando in maniera sempre più significativa in tutti i campi, dalla sanità all’industria e anche nel mondo dell’educazione. Preoccupano le questioni legate ai diritti e alla libertà, oltre alle ricadute sul lavoro”. Infine la questione delle migrazioni: “Crisi climatiche, guerra e povertà spingeranno ancora le persone a venire a cercare un futuro in Europa. Non penso che la nostra responsabilità si possa esaurire col rafforzamento dei confini”.
Un monito è legato al dibattito politico attuale: “In questo momento si discute di autonomia differenziata, uno sbriciolamento di interessi e preoccupazioni: lo stesso che su scala europea coloro che si ispirano a politiche sovraniste potrebbero innescare. Domani (oggi, ndr) è il Giorno della Memoria: l’Ue si è costruita come antidoto all’orrore della guerra che l’Europa dei nazionalismi aveva scatenato nel mondo. Non lo possiamo e non lo dobbiamo dimenticare”.
Gli europarlamentari: “L’Unione non è solo vincoli, ma anche diritti”
Punti comuni, pur nella diversità di vedute, si ritrovano negli interventi degli eurodeputati. La prima a prendere la parola è stata Maria Angela Danzì, esponente del Movimento 5 Stelle: “L’Europa - ha ricordato - viene raccontata come un’Europa che mette vincoli e limita la sovranità, senza tener conto che questa Europa garantisce i diritti fondamentali”. Vale per il diritto alla salute, ha osservato, oggi “fortemente pregiudicato dal fatto che i singoli Paesi, e a maggior ragione le singole regioni, non sono in grado di sviluppare ricerca e innovazione: in Italia abbiamo 2 milioni di persone che soffrono di malattie rare e la cura esiste solo per pochissime tra queste. Il mercato è affidato alle aziende di Big Pharma che non hanno necessità di investire sui settori dove le vendite sarebbero minime: serve quindi un’Europa della salute che investa anche su un’altra grande emergenza, quella dell’abuso di antibiotici. È una sovranità che non esercitiamo, perché non siamo in grado di finanziare strutture così costose”.
Per Brando Benifei, capodelegazione del Partito Democratico a Strasburgo, il tema fondamentale è quello della spesa comune: “Se l’Europa non ha una capacità di spesa più ampia, non avrà la sua capacità di parlare con una voce autonoma rispetto alle altre forze globali: questo non sostituisce la volontà politica, ma ne è una premessa”. Sul Green Deal, intrapreso sotto la commissione von der Leyen, il parlamentare ha argomentato: “Credo non ci sia modo di difendere l’economia e il potere d’acquisto delle famiglie senza occuparsi dei rischi sul piano del cambiamento climatico: pensando al territorio cuneese, l’impatto della siccità e la variabilità accentuata del clima è sicuramente un tema importante. Chi mette in contrapposizione ambiente e sviluppo fa un racconto populista contrario agli interessi dell’Italia e del Piemonte”.
La riflessione dell’esponente dem sulla necessità di riformare le istituzioni europee (“possiamo creare un nucleo federale e rimanere all’interno di un’Europa più larga: senza riforme l’allargamento a Ucraina e Moldavia è una presa in giro”) è condiviso dalla collega leghista Gianna Gancia, unica cuneese nell’Europarlamento in questa legislatura: “Il Parlamento europeo - ha sottolineato - è l’unico al mondo che non ha potere di iniziativa legislativa: si può solo emendare quello che arriva dalla Commissione”. Di qui l’impalpabilità dei rappresentanti eletti nell’Ue a livello politico, che sovente si lamenta. “Capisco che l’Europa non sia percepita a livello politico” ha ammesso Gancia, con un esempio: “Sono stata l’unica italiana relatrice sul tema della qualità dell’aria e mi sono accorta del disastro che avrebbe rappresentato, per la pianura padana, il dossier presentato dalla commissione con Timmermans. Il problema italiano è che consideriamo poco l’Europa e non interveniamo dove dovremmo”. Fra le priorità, ha aggiunto l’ex presidente della Provincia di Cuneo, c’è anche il fisco: “Dobbiamo far pagare le tasse ai ricchissimi, perché questo non sta avvenendo. Anche all’interno dell’Europa c’è dumping: abbiamo dei paradisi fiscali, come l’Olanda e il Lussemburgo”.
La Cuneo-Nizza è al palo. Ma l’Europa ci ascolta?
Tra i temi affrontati dai consiglieri in una sorta di “question time”, subito dopo gli interventi di Franco Chittolina (presidente dell’associazione Apice) e Piertomaso Bergesio (segretario provinciale della Cgil), ce n’è uno di particolare rilevanza per il territorio cuneese. Riguarda lo “stato di salute” dei trasporti, ferroviari e stradali: “Questa città e provincia - ha ricordato Giancarlo Boselli (Indipendenti) - stanno vivendo due questioni gravissime: quella del collegamento Cuneo-Nizza e la situazione drammatica dei lavori per il traforo del Tenda. Vi siete trovati con i colleghi francesi per parlare della Cuneo-Nizza e del traforo ‘in sospeso’?”. Il consigliere di Cuneo Mia Claudio Bongiovanni ha menzionato i disagi anche recentissimi sulla linea (giovedì pomeriggio un treno soppresso e un ritardo di un’ora e mezza su un’altra corsa): disagi che, ha lamentato l’esponente della sinistra civica, “si ripetono ad oltranza, con sole tre corse giornaliere e le famose navette della neve. Non ci sono risposte certe sull’introduzione della quarta corsa e non si sa se sarà definitiva”. Intanto si aspetta ancora il riconoscimento come tratta internazionale.
“Ho chiesto di inserire la linea ferroviaria nella TEN-T” la replica di Gancia, che allude al programma di sviluppo delle Reti di Trasporto Trans-europee: “Mi è stato risposto che questo verrà fatto, ma dobbiamo fare una riflessione seria: alle conferenze intergovernative a cui sono stata, come presidente della Provincia, eravamo sempre in ritardo nei confronti dei francesi”. Da Boselli una lamentela sulla scarsa risposta all’invito formulato dal Comune: “Su venti parlamentari del collegio invitati, c’è la presenza della parlamentare locale e di due parlamentari in collegamento. È evidente che chi va a votare si aspetta di più”. Una nota polemica è arrivata anche da Beppe Lauria (Indipendenza!). Non potendo presenziare per ragioni personali, il consigliere ha consegnato una lettera aperta al presidente Vernetti nella quale si stigmatizzano le modalità della convocazione al venerdì pomeriggio: “Evidentemente chi vive di politica detta i tempi degli altri”.