CUNEO - Cuneo chiede lo scioglimento di Forza Nuova, bufera su Garnero (astenuto) e Fratelli d'Italia

L'ordine del giorno in Consiglio comunale dopo l'assalto neofascista alla Cgil di Roma. Borgna: "Ci sono forze politiche che non riescono a tagliare con il passato"

Alberto Coggiola e Massimo Garnero, consiglieri di Fratelli d'Italia

Samuele Mattio 27/10/2021 10:27

 
L’eco dei fatti di Roma, dove lo scorso 9 ottobre in occasione di una manifestazione contro l’obbligo del Green pass alcuni militanti di Forza Nuova hanno assaltato la sede della Cgil, è arrivato anche ai confini dell’impero. In Consiglio comunale a Cuneo è stato presentato e votato un ordine del giorno che invita il governo a sciogliere il partito di estrema destra e tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista. Il dibattito interno all’assemblea è stato piuttosto acceso in quanto il consigliere di Fratelli d’Italia Massimo Garnero, che poco prima aveva presentato un documento di condanna ai totalitarismi, ha dichiarato la sua astensione.
 
La violenza e lo squadrismo vanno condannati senza se e senza ma, alcuni dirigenti del mio partito sono andati a manifestare la loro solidarietà alla Cgil: un conto è manifestare in maniera pacifica, un conto è farlo in modo violento”. Una premessa che poteva far pensare a un’apertura, poi il passo indietro: “La Costituzione assegna il dovere di valutare alla magistratura (l’atto formale è emesso dal Ministero dell’Interno n.d.r.). Questi partiti non fanno parte del mio modo di pensare, ma ci saranno altri che verificheranno nel merito”.
 
Un’argomentazione ritenuta debole dalla maggioranza che ha attaccato pesantemente Garnero, con Carmelo Noto che ha scomodato Leonardo Sciascia: “Esistono gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi e i quaquaraquà”. Lasciando al consigliere di FdI la scelta della collocazione.
 
Duro anche il sindaco di Cuneo Federico Borgna: “Ravviso con rammarico che ci sono forze politiche che non riescono a tagliare con il passato. Quando tratta di parlare di fascismo e creare una cesura, ti parlano di Green pass, di antisemitismo e di comunismo. Su questo il nostro Paese ha ancora molta strada da fare”. Nello Fierro (Cuneo per i Beni Comuni) ne ha anche per la maggioranza: “Abbiamo equiparato quelli che hanno fondato la Cgil con quelli che l’hanno assalita, credo sia urgente un ripensamento sul tipo di antifascismo che vogliamo portare avanti”. Poi sono intervenuti nel dibattito diversi consiglieri, che hanno espresso il loro disappunto sul comportamento di Garnero. Maria Laura Risso (Centro per Cuneo) ha parlato di  “posizione inaccettabile”, opinione condivisa da Ivano Oggero (Crescere Insieme). In seguito è toccato a Maria Luisa Martello (Cuneo città d’Europa): “Bisogna dimostrare un taglio con il passato”. Tiziana Revelli (Cuneo Solidale) ha domandato polemica “la solidarietà della Meloni era finta?”, mentre Silvia Cina (M5S) ha definito “disdicevole e incoerente questo atteggiamento”.
 
Dal centrodestra nessuno è intervenuto nel dibattito. Alla fine l’Odg è passato con 24 voti favorevoli e la sola astensione di Garnero. 
Nella serata di ieri le forze di maggioranza e i partiti di minoranza afferenti alla galassia del centrosinistra hanno rincarato la dose diffondendo una dura nota stampa: “Correttezza, coerenza e senso civico sono parole che non stanno di casa in questo gruppo politico (FdI, ndr). Il resto del centrodestra presente in consiglio comunale? Non pervenuto”.
 
“È l’ennesima dimostrazione - prosegue il comunicato - che non c’è la volontà, da parte di Fratelli d’Italia, di tagliare i rapporti con quel passato buio e vergognoso della nostra storia. Non hanno la forza e l’ intenzione di recidere il cordone  che li lega a queste forze  di chiara matrice fascista. E’ bene che tutti i cittadini e i molti amministratori dei nostri territori l’abbiano bene a mente. È necessario che chi crede nell'antifascismo e nella democrazia, nata dal sacrificio di chi ha non ha avuto dubbi e si è schierato per una Italia libera, sappia ancora una volta da che parte stare”.
 
Sono tre, nel nostro Paese, i casi di movimenti politici sciolti in virtù della legge Scelba: quello Ordine Nuovo nel 1973, di Avanguardia Nazionale nel 1976, e la vicenda più recente del Fronte nazionale di Franco Freda, dichiarato disciolto nel 2000.

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