CUNEO - Cuneo, divieto di fumare sotto i portici? La proposta dei medici fa discutere

Sulle aree 'smoke free' la maggioranza divisa. Favorevole Risso (Centro per Cuneo), scettico Noto (PD)

s.m. 03/06/2021 18:11

 
Vietare il fumo sotto i portici? Al momento si tratta di una proposta, ma c’è da scommettere che l’argomento farà discutere i cuneesi. A lanciare l’idea di zone smoke free in città è stato il primario di chirurgia toracica dell’ospedale Santa Croce e Carle Giulio Melloni, ospite martedì sera (primo giugno) della sesta commissione consiliare del capoluogo. Il medico è stato ringraziato dall’assessora al Benessere Franca Giordano: “I dati di riflessione che ci ha portato sono preziosi, continueremo con il percorso avviato per una città ad aria pulita”. La proposta di istituire zone senza fumo all’aperto è stata sottoscritta da altri 24 medici del Santa Croce: “Dopo averla ricevuta abbiamo deciso di portare il tema all’attenzione dei rappresentanti dei cittadini per una riflessione - ha detto l’esponente della giunta Borgna -. Il senso dell’incontro era quello di cominciare a pensare sul tema: i dati sono allarmanti e ci invitano ad agire”. 
 
Il dibattito ha coinvolto i membri della commissione, dopo che il medico ha portato all’attenzione dell’assemblea dati sulla diffusione del fumo nella popolazione, elencando alcune azioni già intraprese per il contrasto al tabagismo. Melloni ha menzionato la diffusione di un fumetto informativo indirizzato agli studenti delle scuole della provincia con lo scopo di prevenire e disincentivare il fenomeno, nonché il progetto presentato dalla Fondazione CRC per il finanziamento di un percorso di screening del tumore del polmone. La proposta più impattante è però certamente quella delle aree smoke free in città. La maggioranza si è divisa tra favorevoli e contrari. Tra i sostenitori Maria Laura Risso (Centro per Cuneo): “Proposta intelligente, sono pronta a sostenere questo tipo di decisioni”. Tra gli scettici Carmelo Noto (PD): “È una proposta che mi lascia perplesso, se si prende un provvedimento bisogna farlo rispettare. Sarei più propenso a potenziare a livello culturale l’invito a non fumare”. 
 
In Italia 80 mila persone muoiono ogni anno per patologie legate al fumo e si spendono 6,5 miliardi di euro ogni 12 mesi per curare le condizioni sanitarie provocate dal tabacco. Il nostro Paese del resto è al terzo posto a livello mondiale per numero di tabagisti e negli ultimi 31 anni il numero di giovani fumatori è aumentato del 50%. Allarmanti le percentuali: fuma l’1% degli 11enni, il 6% dei 13enni, il 33% dei 15enni, quando la media tra i maggiorenni (18-69 anni) è del 25%. Secondo il dottor Melloni “è necessario agire tra gli 11 e i 14 anni, nella cosiddetta fase di avvicinamento, con il supporto dell'istituzione scolastica”.
 

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