CUNEO - Cuneo, FdI torna a chiedere l'intitolazione di uno spazio pubblico ai martiri delle foibe

L'ordine del giorno presentato da Noemi Mallone e Massimo Garnero sarà discusso nel prossimo Consiglio comunale

Noemi Mallone e Massimo Garnero

Redazione 19/05/2023 15:19

Ad oggi a Cuneo manca ancora l’intitolazione di uno spazio pubblico in ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano dalmati, nonostante a febbraio 2021 fu approvato a larga maggioranza un ordine del giorno che chiedeva tale azione commemorativa. Molte altre città italiane, in ogni regione, hanno già provveduto a dedicare uno spazio pubblico dedicato a tali fatti storici, come giardini, vie, piazze, rotonde stradali”. Lo scrivono Noemi Mallone e Massimo Garnero, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, che hanno presentato un nuovo ordine del giorno sul tema per il Consiglio che si terrà lunedì 22 e martedì 23 maggio. 
 
I due consiglieri chiedono all’amministrazione di “Dare seguito a quanto stato emanato dalla delibera di consiglio comunale votata a febbraio 2021 in materia di azioni di ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano dalmati e procedere, secondo gli iter previsti dalle leggi vigenti e dalle regolamentazioni comunali in materia di toponomastica, alla intitolazione di uno spazio pubblico o eventualmente di una targa commemorativa in ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano dalmati”.
 
La legge 92 del 30 marzo 2004 - si legge nel documento - ha istituito il Giorno del ricordo, celebrato il 10 febbraio di ogni anno, per ricordare gli eccidi delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, per conservarne e rinnovarne la memoria. “Tali eccidi - scrivono Mallone e Garnero - furono perpetrati in buona parte anche come una azione di pulizia etnica in cui perirono fasce di popolazione senza alcuna collusione col regime fascista come anziani, bambini, donne, giovani apartitici e persino antifascisti e chiunque non si conformasse, in modo forzato, alla ideologia promossa dal regime titino. A parte le vittime accertate, pari a migliaia di persone, si stima in circa 300 mila il numero degli esuli costretti a lasciare Istria e Dalmazia per non sottostare alle politiche repressive del regime jugoslavo”.
 
Nel prossimo Consiglio comunale la discussione e il voto dell’ordine del giorno.

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