A un anno di distanza
dal corteo di ‘Resistenza ribelle’ che aveva bloccato la città di Cuneo, gli anarchici tornano nel capoluogo della Granda con un volantinaggio a tappeto. I manifesti affissi abusivamente nella notte appena trascorsa, riportanti il logo dell'associazione
‘Alpi Libere’, vicina ai centri sociali e alla sinistra antagonista e anarco-insurrezionalista, invitano esplicitamente a infrangere le misure restrittive imposte dal
Governo per celebrare la
festa della Liberazione recandosi nei luoghi simbolo della
Resistenza.
Nei giorni scorsi una circolare del ministero dell’Interno aveva dato il via libera allo svolgimento di forme di celebrazione come la deposizione di corone davanti a lapidi o monumenti ai Caduti con la partecipazione anche delle associazioni partigiane e combattentistiche. Il tutto con il vincolo del distanziamento interpersonale, forme di intese con le associazioni per l’individuazione di un’unica rappresentanza e l’esclusione di qualsiasi forma di assembramento. Insomma un allargamento delle maglie piuttosto moderato e che de facto non ha cambiato la normativa di contrasto al Coronavirus.
In molti si sono adeguati al decreto governativo in vigore, tra cui Comune di Cuneo, l’Istituto Storico della Resistenza e Anpi provinciale che hanno organizzato eventi per celebrare la ricorrenza sui social. Iniziative che evidentemente non hanno trovato il gradimento di ‘Alpi Libere’.
“Che senso ha cantare Bella Ciao dal balcone di casa? Che senso ha darsi un appuntamento online per celebrare il 25 aprile? È dal Covid-19 che dobbiamo liberarci o da tutto ciò che lo produce?” Queste le domande che si pongono gli autori del volantino, che rifiutano il paragone tra pandemia di Coronavirus e la guerra che “alimenta paura e rassegnazione e delega la gestione delle nostre vite”. Secondo gli antagonisti “la dichiarazione dello stato d’eccezione consente l’introduzione e la sperimentazione di inedite forme di indottrinamento e controllo di massa; il distanziamento sociale e l’invasione della tecnologia vengono spacciati come unica e ineluttabile soluzione possibile”.
Poi l’invito alla ribellione: “Lo stato impedisce di ritrovarsi nelle strade: ciò non toglie che per il 25 aprile ciascuno porti sui luoghi della Resistenza un segno di memoria e continuità tra le lotte di ieri, oggi e domani”. Secondo Alpi Libere “camminare sui sentieri battuti dai partigiani e respirare a pieni polmoni aria di libertà” sarebbe “un atto di resistenza e di salute, occasione per rinnovare la memoria delle lotte di un tempo e rafforzare la volontà di lottare contro i mali che infettano la società contemporanea”.
L’iniziativa cuneese fa seguito alle turbolenze registrate a Torino, dove ieri una cinquantina di persone sono state denunciate per aver tentato di muoversi in un corteo di protesta. Sempre nel capoluogo piemontese alcuni anarchici avevano tentato di impedire l’arresto di due ladri in corso Giulio Cesare, invitando la popolazione a rivoltarsi contro le volanti e le camionette dell’esercito. Il tentativo di insurrezione è stato sedato con sei arresti.