Da Casa Betania al grattacielo della Regione Piemonte, per un inedito consiglio generale di Confindustria Cuneo “in trasferta”.
A fare gli onori è il presidente della Regione Alberto Cirio, che è anche fratello della direttrice degli industriali cuneesi Giuliana. Con lui l’assessore regionale alle Attività produttive
Andrea Tronzano, unico torinese in vista: ringrazia chi gli ha portato il “modello Cuneo” in casa.
La Granda, in effetti, guarda Torino dall’alto in basso. In senso letterale, perché gli industriali si accomodano al quarantunesimo piano del grattacielo. Ma anche in ottica economica, dove è Cuneo a guidare le previsioni di crescita per il secondo semestre 2025 insieme a Verbania, Biella e Asti: “A livello regionale - spiega Elena Angaramo del centro studi di Confindustria Cuneo - dopo tre trimestri le attese tornano positive, con un recupero del manifatturiero leggermente meno marcato di quello rilevato a livello provinciale”. L’eccezione è rappresentata dagli investimenti, dove storicamente il capoluogo fa da traino.
Il 2024 è stato un anno positivo per le imprese di Confindustria, rispetto al precedente: “Il 35,6% delle imprese nel manifatturiero ha chiuso con un fatturato in crescita. L’indebitamento è stabile, un quarto delle imprese lo ha ridotto. Nei servizi i consuntivi sono in linea con quanto evidenziato dal manifatturiero: il 45,5% delle imprese registra un fatturato in crescita”. Per quanto riguarda le previsioni, nella manifattura il 2025 si prospetta in linea con il 2024: “Le policy dell’amministrazione Trump finora non hanno impattato sui prezzi energetici, ma ci sono stati altri rincari. C’è stata un’ondata di acquisti precauzionali di materie prime dagli Usa e questo ha fatto sì che i prezzi aumentassero sul mercato interno e a cascata sul piano internazionale”. Si profila una grande battaglia con la Cina, conferma l’analista: “Il tema dell’export di terre rare è all’ordine del giorno”. Per il resto aumentano di oltre il 10% i timori connessi all’aumento di prezzi: quelli legati ai prezzi energetici schizzano al 60,9%, dal 26,7%.
La crescita c’è, anche se su ritmi modesti e con possibili “cambi di rotta” nello scenario internazionale: per il secondo trimestre le imprese cuneesi manifestano attese favorevoli, più che nel primo trimestre. Torna in positivo il dato degli ordini, tranne quelli dall’estero, ancora inchiodati a -4,8% come nell’ultima rilevazione. Il mercato del lavoro ritrova slancio, triplicando il saldo: il tasso di utilizzo degli impianti è sempre molto elevato e si è ridotto in parallelo il ricorso alla CIG (6,3%, dal 9,9%). Stabili i tempi di pagamento, a 73 giorni in media e a 78 per i pagamenti dalla pubblica amministrazione.
A livello settoriale, la cassa integrazione sale solo nella metalmeccanica, dove comunque migliora il saldo degli ordini e della produzione attesa. L’alimentare cresce in entrambi i valori (+17,6% sui nuovi ordini dal -16,1% precedente, con attese occupazionali in salita dal 9,7% al 20,6%), così come l’edilizia (da -8,3% a +7,5% sui livelli produttivi, il ricorso alla cassa integrazione scende dal 19,4% al 7,7%). Resta più cauto il clima di opinione nel settore chimica e gomma-plastica. La cartaria, partendo da un saldo fortemente negativo nel primo trimestre (-33,3%), recupera fiducia (produzione al 14,3% e ordini a 28,6%), mentre per i minerali non metalliferi prosegue la crisi (livelli produttivi a -33%, ordini a -22,2% e vendite all’estero -16,7%). Nei servizi, a parte logistica e trasporti (dove il saldo sul livello di attività, al 20% a dicembre, perde oltre 26 punti e si attesta -6,7%), si segnalano un buon andamento del terziario e un miglioramento del clima sul turismo.
“I dati confermano la solidità del sistema produttivo cuneese - commenta il presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna -. Il 2024 si è chiuso con risultati incoraggianti, soprattutto sul fronte degli investimenti: quasi il 60% delle imprese manifatturiere ha aumentato la spesa, a testimonianza di un tessuto imprenditoriale dinamico, che non ha paura di esplorare nuove frontiere, sia tecnologiche che di mercato. Il nostro compito è accompagnare questa spinta oltre i confini tradizionali, in un contesto internazionale sempre più complesso, tra dazi e tensioni geopolitiche, affinché si traduca in crescita strutturale”.
“Dall’indagine emergono segnali positivi, in particolare nella manifattura, dove si registra una ripresa su ordini e produzione” aggiunge il direttore generale Giuliana Cirio: “Il sistema cuneese è fatto di aziende che guardano oltre complessità e difficoltà. Servono però strumenti concreti, semplici e non penalizzanti per sostenerle nelle tante sfide, a partire dalla transizione green e dagli investimenti. È così che potremo raccontare tante nuove storie di imprese che sanno andare oltre i confini”.