La ‘tirata d’orecchie’ al governo questa volta arriva da dove era meno scontato ipotizzarla. Sui banchi della maggioranza di centrosinistra a Cuneo, infatti, non tutti hanno apprezzato le misure per la scuola che circolano nelle bozze dell’ultimo decreto governativo, ancora in fase di discussione.
A far discutere non è quello che c’è ma quello che manca. Nello specifico, le risorse a sostegno degli istituti paritari: “In caso di inadeguatezza dei fondi per coprire le perdite dal mancato incasso delle rette dei mesi di marzo, aprile, maggio e giugno, una scuola paritaria su tre rischia di non riuscire ad affrontare i costi fissi per le infrastrutture ed il personale” avvertono i promotori di un ordine del giorno sul tema che verrà discusso in Consiglio comunale la settimana prossima.
L’ordine del giorno è firmato da entrambi i rappresentanti di Cuneo Solidale Democratica, Tiziana Revelli e Marco Vernetti, insieme a Maria Laura Risso del Centro per Cuneo e da cinque dei sette esponenti del Partito Democratico in Consiglio: Carla Santina Isoardi, Carlo Garavagno, Gianfranco Demichelis, Sara Tomatis e Antonino Pittari (il capogruppo Carmelo Noto e il giovane Simone Priola non figurano invece tra i proponenti).
Sul territorio del Comune di Cuneo, si fa notare, vi sono almeno otto scuole paritarie che insieme alle altre della provincia “lavorano egregiamente nel settore dell’educazione e della formazione dei bambini della prima infanzia e della scuola primaria ed occupano centinaia di lavoratori attualmente in cassa integrazione”. Le risorse destinate dal governo prevedono lo stanziamento di quasi 1,5 miliardi per la sicurezza degli ambienti e il contenimento del rischio epidemiologico, mentre i 65 milioni complessivi ipotizzati a favore di servizi educativi e scuole dell’infanzia non statali “sono di gran lunga inferiori alle risorse necessarie per tamponare le perdite dovute alla riduzione o il mancato versamento delle rette”.
Oltre a considerare gli aspetti connessi alla libertà educativa, continuano i consiglieri, bisogna tener presente che a fronte di un’eventuale chiusura delle strutture paritarie “il sistema scolastico nazionale non sarebbe in grado di assorbire nelle strutture esistenti 300mila allievi quando già faticherà a garantire a quelli esistenti una didattica adeguata e rispettosa delle regole sul distanziamento”.
Al sindaco e alla giunta si chiede quindi di intervenire presso il governo perché sia data giusta considerazione ad alunni, famiglie e personale delle scuole paritarie evitando “ingiustificabili discriminazioni”. Si domanda inoltre all’amministrazione di adoperarsi - attraverso il neocostituito tavolo della Coesione Sociale - per sostenere tutte le progettualità estive delle scuole materne ed elementari, offrendo anche in collaborazione con la Fondazione CRC un supporto specifico tramite bandi di finanziamento.