CUNEO - Cuneo, i Radicali tappezzano la città di manifesti che paragonano Putin a Hitler

Nelle prossime settimane al via una raccolta firme per chiedere l'incriminazione del leader russo davanti al tribunale dell'Aja

Redazione 25/03/2022 13:26

Per le vie della città sono comparsi decine di manifesti con la faccia di Vladimir Putin sovrapposta a quella di Adolf Hitler, con la scritta Put(in)OUT of UKRAINE. Questa la nuova campagna dell’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei, che nelle prossime settimane darà il via anche a banchetti di raccolta firme per chiedere l’incriminazione di Putin dinnanzi al tribunale dell’Aja.
 
Filippo Blengino ed Alexandra Casu, rispettivamente Segretario e Tesoriera di Radicali Cuneo, dichiarano: “Cuneo è città medaglia d’oro alla Resistenza, ha sempre parteggiato, è sempre stata vicino a chi resiste all’aggressore. L’equidistanza tra Russia e Ucraina, il considerare il conflitto in corso una guerra alla pari, quando la realtà dei fatti ci mostra un aggressore, Vladimir Putin ed i suoi oligarchi complici, ed un aggredito, ossia l’Ucraina, è un qualcosa di profondamente sbagliato ed antistorico”.

Presentando quindi i manifesti che sono stati esposti a Cuneo, aggiungono: “Con questi manifesti vogliamo dire chiaramente che i dittatori e criminali sono tutti uguali, indipendentemente dalla loro vocazione politica o area geografica di provenienza. Vladimir Putin è il nuovo Hitler, così come affermato anche dal Presidente della comunità cristiana ucraina in Italia Oles Horodetskyy, e si è macchiato di crimini internazionali e crimini di guerra. A partire dall’aggressione di un Paese sovrano, fino ad arrivare alle bombe sui civili, alle violenze, alle deportazioni, sono molti i fatti per i quali il nuovo Zar ed i suoi generali devono essere incriminati dinnanzi alla Corte Penale Internazionale. Non c’è mai pace senza giustizia, e certe forze politiche dovrebbero iniziare a fare i conti con il passato ed iniziare, senza se e senza ma, a condannare la fratricida azione dei Russi. Poi si può discutere sulle altre questioni, a partire dall’invio di armi alla Resistenza ucraina, ma la ferma condanna di Putin ancora non è unanime”. 

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