A portare in assemblea la questione è stato il consigliere
Beppe Lauria, con un’interpellanza presentata già all’indomani dell’entrata in funzione della app. Il servizio, attivo in determinate fasce orarie tutti i giorni della settimana, permette di prenotare in ogni momento un veicolo con autista professionista. I costi variano fra 3 e 5 euro a corsa, con sconti per gli abbonati al trasporto pubblico. Molto meno degli 8 euro di tariffa fissa dei taxi,
che infatti sono stati i primi a salire sulle barricate.
“Siamo ai limiti di una concorrenza sleale - spiega Lauria - perché da una parte abbiamo attività a cui con la normativa imponiamo un prezzo minimo, perché il prezzo del taxi è determinato dalla normativa comunale. Dall’altro un servizio con prezzi assolutamente competitivi, messo a disposizione da un accordo con la società che gestisce il trasporto urbano”. L’esponente della minoranza si domanda inoltre come mai nei confronti dei tassisti, per quanto riguarda l’occupazione del suolo pubblico, non fosse stata concessa la sospensione dei pagamenti del canone.
Anche Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni ha avanzato perplessità con riguardo, in particolare, alle condizioni lavorative di chi assicura il servizio: “Capisco l’importanza che può avere per la cittadinanza e per chi è in difficoltà, ma c’è da considerare almeno due cose. In primis come viene svolto questo servizio, perché c’è il dubbio che ciò avvenga attraverso una gestione molto coercitiva e non vorrei si ripetesse la questione dei riders, questa volta ‘su quattro ruote’. In secondo luogo, mi chiedo perché non si sia cercato di coinvolgere i tassisti”.
L’assessore al Trasporto pubblico Mauro Mantelli ha gettato acqua sul fuoco ricordando innanzitutto che tutti i lavoratori coinvolti sono assunti con le dovute tutele contrattuali e che non si parla comunque di una novità assoluta: ad essere inedita è la modalità di prenotazione tramite app, non il servizio in sé che anzi è attivo fin dal 2004 e ha solo ampliato le fasce orarie di pertinenza. Erano stati i tagli al trasporto pubblico locale varati nel 2013, ha ricordato l’assessore, a far venire meno la possibilità di prenotare alla domenica come invece si poteva fare prima.
La sperimentazione per la durata di un anno è autorizzata dall’Agenzia per la Mobilità Piemontese: “Non riceve finanziamenti da nessuno al di fuori degli introiti che si assicura dall’utenza. La variazione di bilancio da 200mila euro varata dal Comune non ha nulla a che vedere con questo” ha aggiunto l’esponente dem replicando a un’ulteriore osservazione di Lauria. Per Mantelli, comunque, “non c’è sovrapposizione di utenza col servizio taxi, perché Moeves non permette di risolvere le urgenze né di dare supporto a quelle utenze che normalmente sono servite dai taxi”. Su quest’ultimo punto l’assessore si è rammaricato della scelta di parole da lui adoperata nel rispondere alle domande di Cuneodice: “Ho parlato di ‘concorrenza’ con i taxi, avrei piuttosto dovuto dire ‘competizione’. Moeves non è per nulla paragonabile a Uber che si pone invece sullo stesso livello dei taxi”.
Tutti soddisfatti? Più o meno. Nella risposta Lauria ha sottolineato i malumori persistenti dei tassisti (i possessori di licenza di trasporto a Cuneo sono ventuno) e i dubbi sulla copertura finanziaria: “Prendo atto che nell’intenzione di ampliare il proprio parco clienti la GrandaBus si dota di un nuovo servizio, l’importante è che non ricada nei costi pubblici”.