Test diagnostici a ospiti e operatori delle case di riposo, assistenza continua territoriale, strutture in grado di ricevere pazienti in via di guarigione e un tavolo per riavviare in sicurezza le attività produttive. Questa, in sintesi, la ricetta di Cuneo per i Beni Comuni, gruppo di minoranza del capoluogo, per la ‘fase 2’. Il movimento di Ugo Sturlese ha presentato un ordine del giorno che verrà discusso lunedì prossimo in Consiglio comunale (sarà la prima volta nella storia della città che l’assemblea si riunirà in via telematica). “Abbiamo proposto il documento per suggerire alcune misure da mettere in campo nell’immediato - spiega Sturlese -. La pesante condizione epidemiologica non consente, fino a inizio-metà di maggio, un allentamento troppo drastico delle misure di contenimento”.
Di seguito la lettera al direttore del decano dei consiglieri comunali.
Gentile direttore,
in relazione ai meccanismi di diffusione dell’epidemia da Coronavirus è ormai abbastanza agevole ricostruire in linea di massima la più riconoscibile (anche se non unica) catena di trasmissione del contagio che si è realizzata nella nostra Regione e poi nella nostra Provincia e nel Comune di Cuneo, territori che hanno presentato in successione problemi sempre più gravi con alcuni giorni di ritardo rispetto all’epicentro della Regione Lombardia.
Schematicamente è possibile ipotizzare che almeno uno degli episodi iniziali si sia manifestato a partire dal 3 marzo dalla ormai tristemente nota Sala da ballo La Cometa sita nel Comune di Sale in Provincia di Alessandria, innescato verosimilmente da un orchestrale risultato successivamente positivo al Test diagnostico e portatore di sintomi di malattia. Il contagio si è poi diffuso rapidamente nella Provincia di Alessandria a causa di un riconosciuto malfunzionamento del sistema informatico di segnalazione dei casi sospetti al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica da parte dei Medici di Base, che avevano tentato di comunicare l’esistenza di numerosi casi sospetti senza ricevere alcun riscontro e ovviamente alcuna indicazione diagnostico-terapeutica.
La malattia si è diffusa rapidamente nel territorio alessandrino (1500 casi il 30 marzo) e poi nella Provincia e nella città di Torino, mentre la città di Cuneo pareva interessata solo in maniera ridotta se pure incrementale (27 casi il 19 marzo, 100 casi il 30 marzo). Successivamente la malattia ha dilagato investendo le strutture Ospedaliere in particolare del capoluogo regionale, che si è trovato, a causa dell’esiguo numero di Posti Letto nelle Terapie Intensive, nella necessità di ricorrere a trasferimenti negli altri Ospedali della Regione a partire, impropriamente, da quelli di riferimento di area vasta come il S.Croce di Cuneo.
Entrati in sofferenza anche questi Presidi, alcuni pazienti asintomatici per patologia da Coronavirus sono stati trasferiti (anche in seguito a indicazioni regionali, vedi delibere della Lombardia e del Piemonte), nelle strutture assistenziali, provocando, in popolazioni particolarmente fragili (ma anche fra gli operatori) una drammatica diffusione del contagio e purtroppo una alta letalità, mentre la medicina territoriale (la cui importanza viene ora riconosciuta per la sua capacità di intervenire efficacemente nelle prime fasi della malattia) si è trovata a lungo priva di dotazioni adeguate di dispositivi di protezione e di indicazioni diagnostico-terapeutiche chiare. In tale situazione la strutturale carenza di Piani di Emergenza operativi in termini di Dispositivi di Protezione individuale, di dotazioni strumentali di laboratorio, di Posti Letto di Terapia intensiva e di Degenza normale, di tempestiva attivazione dei servizi territoriali e di Igiene Pubblica ha giocato un ruolo particolarmente negativo.
Per segnalare, per dovere di informazione e di trasparenza, questa ancora pesante condizione epidemiologica, che non consente fino a inizio-metà di maggio, un allentamento troppo drastico delle misure di contenimento, per invitare tutti i cittadini ad una riflessione approfondita sulle cause di questa terribile pandemia e per suggerire alcune misure da mettere in campo nell’immediato, abbiamo proposto al Consiglio Comunale l’Ordine del Giorno allegato, che impegna il Sindaco in particolare:
1) a promuovere l’esecuzione dei test diagnostici per il Coronavirus a tutti gli ospiti e agli operatori delle RSA, Case di Riposo e altre strutture residenziali del Comune di Cuneo a partire da quelle considerate a maggiore rischio,
2) a individuare ed attivare una struttura in grado di ricevere i pazienti dimissibili dall’Ospedale S. Croce e Carle in fase di guarigione,
3) a sostenere e indirizzare, assieme all’ASL CN1, l’attività dei Medici di Medicina Generale, delle USCA e in genere delle strutture territoriali, considerate come elemento portante dell’attività di contenimento del contagio,
4) ad attivare in sede di Tavolo Provinciale, di COC e direttamente tutte le iniziative rivolte a riavviare in sicurezza le attività produttive nel rispetto della tempistica definita dal Governo dopo valutazione accurata dei dati epidemiologici (anche regionali) e delle ricadute sulla salute dei cittadini.
Ugo Sturlese Gruppo Cuneo per i Beni Comuni