Si è ricomposta la contesa tra gli studenti del liceo classico e scientifico di Cuneo e le autorità scolastiche dopo che mercoledì uno striscione, affisso da un gruppo di allievi sulla facciata della sede distaccata,
era stato rimosso da uno dei docenti.
Lo striscione riportava la scritta
“Stop al genocidio”, in solidarietà con le vittime dell’offensiva israeliana a Gaza. Un messaggio ritenuto
“semplificatorio e irrispettoso” dal professor
Paolo Luigi Bogo, docente di storia e filosofia, che ha stracciato lo striscione e ha poi
spiegato le ragioni del gesto in una lettera aperta:
“Una scuola o meglio i muri esterni di una scuola non sono i luoghi per prese di posizione sulla politica estera” ha osservato l’insegnante, precisando di aver agito
“con il consenso della presidenza”. A un giorno di distanza dai fatti l’Unione degli Studenti aveva stigmatizzato il gesto del professor Bogo, il quale era accusato di aver tacciato di antisemitismo gli allievi che avevano promosso l’affissione e minacciato di
“riempire di botte” gli autori.
Stamattina, dopo una protesta degli studenti, lo striscione è tornato di fianco all’ingresso della sede scolastica di via Massimo d’Azeglio. Altri cartelli con la medesima scritta, “stop al genocidio”, sono comparsi sulla cancellata. Un’iniziativa assunta con il consenso del preside Alessandro Parola, il quale ha ricevuto in mattinata una delegazione di studenti: “C’è stato un sereno chiarimento rispetto alle modalità di esercizio della libertà d’espressione - ha precisato il dirigente - e a come la nostra scuola la metta in atto, ma con il rispetto di alcune necessarie regole. Secondo lo stile e la maturità che sono peculiari dei nostri allievi, c’è stata una piena comprensione e condivisione, dimostrata attraverso la successiva richiesta sottoscritta da centinaia di studenti di ricollocare lo striscione”.
Rimane intatto, aggiunge Parola, “il bisogno di un momento di ascolto e confronto, sia per una ricomposizione delle parti protagoniste del contrasto, sia per un approfondimento critico e scevro da partigianeria sul significato di quell’espressione”. Le argomentazioni storiche e geopolitiche espresse dal professor Bogo nella sua lettera aperta sono ritenute “un ottimo spunto per questo”. Con quest’ottica è stata lanciata la proposta di ritrovarsi oggi, al termine delle lezioni: “Spero che saranno in molti ad accoglierla. Insegnanti e studenti, insieme, per ritrovare le ragioni del dialogo, che significa anzitutto riconoscere l’altro da sé”.