Il Daspo urbano a Cuneo sta per allargare il suo perimetro d’azione: non più solo alla stazione ferroviaria, come accade oggi, ma anche ad altre aree critiche che finora non sono state considerate. Per arrivarci servirà un’ordinanza e l’inserimento della modifica nel regolamento di polizia municipale, ma la sindaca Patrizia Manassero fa sapere che quella è l’intenzione della sua amministrazione.
Il suggerimento, d’altronde, arriva dal tavolo provinciale per l’ordine e la sicurezza, cioè dall’organismo “direttivo” in cui i rappresentanti del Comune siedono insieme al prefetto e al questore: “Nelle settimane scorse - spiega la sindaca - il tavolo ha chiesto di adeguarci a un provvedimento già assunto da Alba, Bra e Mondovì, quello dell’allontanamento amministrativo: per permettere di utilizzare questa misura anche al di fuori delle aree già deputate per legge, come le stazioni ferroviarie”. L’attuale divieto di accesso alle aree urbane (Dacur), infatti, è previsto “di default” solo nei confronti di chi “ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione” di infrastrutture di trasporto (strade, piazze, ferrovie e aeroporti). Sta ai comuni la decisione di allargare, casomai, le possibilità dello strumento legislativo.
Una scelta che in provincia hanno già fatto altre città, appunto: “Dove è stato fatto il monitoraggio, in particolare nella città di Bra, i risultati si stanno vedendo” riconosce la prima cittadina del capoluogo. Il provvedimento è emanato dal questore e prevede, in caso di violazione, una multa fra i 10mila e i 40mila euro e la reclusione da uno a tre anni. Si punta a sanzionare una serie di comportamenti molesti per cui di norma non è previsto l’arresto, ma che creano seri problemi di convivenza: “Non certo la persona in stato di povertà, ma, ad esempio, la persona che spacca le vetrine dei negozi per cinque sere di fila”.
La proposta trova concordi le opposizioni di centrodestra e gli Indipendenti, che pure tornano a domandare azioni più incisive sulla sicurezza. Per Giancarlo Boselli (Indipendenti) si tratta soprattutto di potenziare la vigilanza da remoto: “Abbiamo tra le 500 e le 700 telecamere utilizzate solo a posteriori. Riteniamo si debba arrivare a individuare i punti più caldi e tenerli sotto sorveglianza attiva. Questo apre un altro elemento su cui insistiamo: la contrattazione con i sindacati di polizia per estendere l’impegno su tre turni”. Franco Civallero (Forza Italia) aggiunge: “Bisogna avere il coraggio di chiudere anche i locali, se questi sono paravento ad azioni malavitose. In periodo estivo, quando alcuni locali erano chiusi, abbiamo notato un miglioramento in piazza Boves”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia Massimo Garnero rivendica l’attività “pionieristica” del suo partito: “Siamo stati lungimiranti sull’argomento, perché già nel maggio 2018 avevamo suonato un campanello di allarme, con un ordine del giorno in cui si chiedeva di portare il Daspo urbano a Cuneo. All’epoca era un tabù ed era stato quasi sdegnosamente bocciato, si diceva che portava a una pericolosa virata della politica cittadina. Nell’agosto dello stesso anno, il sindaco Borgna recepì il nostro ordine del giorno”. Da allora, fa sapere l’assessore alla Polizia Locale Cristina Clerico, sono stati 14 i provvedimenti: “I numeri non sono tutto, ma ci dicono che il lavoro che si sta facendo sta andando nella direzione giusta”.
I numeri sono quelli dell’annuale
classifica sulla sicurezza stilata da Il Sole 24 Ore e ricordati dalla consigliera
Maria Laura Risso (Centro per Cuneo):
“La Granda si piazza al 99esimo posto per le denunce ogni 100mila abitanti: è il dato migliore in tutto il Piemonte. Questa notizia è confortante, ma se dal perimetro della provincia si passa a quello della città la sensazione è differente”.
Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) si concentra sul tema dei furti nel quartiere San Paolo, oggetto di una riunione con il comitato di quartiere e gli assessori:
“Si era prospettata un’idea di ‘videosorveglianza partecipata’. Colgo il malcontento sul fatto che non ci sia un finanziamento per quanto riguarda non solo la parte burocratica”. Risponde sul punto l’assessore all’Innovazione
Andrea Girard:
“È vero che la videosorveglianza partecipata implica dei costi, l’amministrazione però non è ferma. Per quanto riguarda l’area di San Paolo, domani (oggi, ndr)
verranno installate telecamere di videosorveglianza nell’area dei giardini Invernizio limitrofi a viale Mistral”.