CUNEO - Cuneo, sabato mattina davanti al Municipio una manifestazione contro l'ordinanza antibivacco

Sarà la conclusione delle tre settimane di protesta promosse dalla rete Minerali Clandestini. ''La lotta alla povertà non coincide con l’ostilità nei confronti dei poveri''

Redazione 09/10/2020 09:33

Si concluderanno sabato 10 ottobre mattina, alle 11, con una manifestazione davanti al Municipio di Cuneo le tre settimane di protesta promosse dalla Rete Minerali clandestini contro l’ordinanza emessa dal Sindaco a Ferragosto con l’intento di contrastare i bivacchi della zona del Movicentro.
 
“Il provvedimento emanato dal Sindaco in estate - spiegano da Minerali Clandestini in una nota - aveva suscitato immediatamente la reazione di numerose associazioni impegnate nell’ambito del sociale, così come di alcune personalità della società civile e del mondo politico non solo cittadino, convinte che la legittima lotta alla povertà non coincida con l’ostilità nei confronti dei poveri e che l’emergenza delle persone accampate per strada non si risolva a suon di provvedimenti amministrativi che finiscono semplicemente per spostare e occultare alla vista il problema, come testimonia il fatto che a tutt’oggi oltre quaranta persone trovano riparo in edifici abbandonati nella zona dei vecchi depositi ferroviari, in condizioni igienico-sanitarie spaventose”.
 
La rete Minerali clandestini, nata a Cuneo per coordinare l’azione militante di una cinquantina di associazioni ed enti operanti sul fronte del volontariato e dell’impegno sociale, ha inteso dare visibilità a queste proteste organizzando un sit-in quotidiano davanti al Municipio che ha visto alternarsi per tre settimane ogni giorno, dalle 10 alle 13, volontari di tutte le sigle presenti nel Coordinamento con manifesti, volantini e pannelli illustrativi che intendevano porre all’attenzione dei passanti spunti e riflessioni sul tema delle migrazioni e della povertà, con particolare riferimento alle situazioni presenti in città.
 
“Un’iniziativa contro l’ordinanza “anti-bivacco”, quindi, ma non solo - prosegue il comunicato -: con il presidio sotto il Palazzo di città si è voluta sollevare l’attenzione su una pluralità di temi legati alla presenza nel territorio cuneese di lavoratori stagionali privi di una dimora decorosa, presenza che è stata ricorrente negli ultimi anni, e che sembra delinearsi come una costante anche in futuro. La manifestazione di sabato intende chiudere le tre settimane del sit-in richiamando in modo forte questi temi: fatto salvo il riconoscimento di un maggior impegno dell’Amministrazione comunale rispetto al passato nel mettere a disposizione spazi di accoglienza per i lavoratori stagionali, si chiede di affrontare la situazione non solo in modo emergenziale, ma predisponendo strutture che possano rispondere in modo continuativo all’esigenza del nostro territorio, troppo spesso pronto a usufruire della manodopera di lavoratori immigrati senza assumersi il carico delle necessità che questo comporta. Riconoscendo che una simile esigenza necessiti di risorse adeguate, si chiede alla Giunta di mettere intorno a un tavolo tutti coloro che sono chiamati dal quadro normativo vigente a farsene carico – in primo luogo le amministrazioni dello Stato e la Regione – perché si assumano le rispettive responsabilità nell’affrontare in modo risolutivo il problema dei bivacchi non perché spettacolo disdicevole o contrario al decoro della Città, ma perché indegno del rispetto della dignità umana delle persone che vi sono costrette”.
 
“La Rete Minerali clandestini - concludono gli organizzatori -, con tutte le associazioni che ne fanno parte, da tempo chiede di collaborare con la propria variegata e durevole competenza alla stesura di un piano organico al riguardo: è tempo che venga coinvolta attivamente per evitare che la situazione pietosa dei bivacchi si ripresenti l’anno venturo con le stesse vergognose modalità, e che venga affrontata ancora una volta con i medesimi insulsi provvedimenti di ordine pubblico”. In quel di Cuneo tratta della seconda manifestazione sul tema dopo il flash mob organizzato dai Radicali lo scorso 11 settembre. 

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