“In pochissime ore abbiamo fatto il fermo e lo abbiamo portato in carcere. La vittima della violenza sessuale è stata coraggiosa nel raccontare ciò che era successo, ho apprezzato la forza della donna. Lo abbiamo preso la sera dopo”. A parlare è il vicequestore aggiunto e dirigente della Squadra Mobile Marco Mastrangelo ma, fortunatamente, si tratta solamente di un ricordo. Correva l’anno 2015, era il mese di luglio e una donna di 46 anni era stata aggredita mentre era in bicicletta al Parco Fluviale di Cuneo. Prima i calci e i pugni, poi la violenza sessuale. Gli inquirenti arrivarono molto rapidamente ad individuare l’aggressore, un 19enne originario della Costa d’Avorio. L’attività di indagine fu molto rapida: “Tutta la Squadra Mobile si impegnò dal mattino e non andò a casa fino alla scoperta del colpevole”. Incalzato dalle domande dei cronisti Mastrangelo ricorda questa operazione come quelle più importante della sua esperienza cuneese.
L’occasione è stata la cerimonia di addio del dirigente campano, a Cuneo da quasi sette anni. Lunedì prossimo, 10 dicembre, farà le valigie in direzione L’Aquila, dove sarà a capo della Squadra Mobile locale e coordinerà un numero di uomini più che doppio rispetto a Cuneo. Arrivato a nel capoluogo della Granda come dirigente della divisione anticrimine, originario di Piedimonte Matese, un piccolo paese in provincia di Caserta, Mastrangelo lascia un buon ricordo di sé in piazza Torino. A salutarlo, nella sala ‘Cunzolo’ della Questura erano in molti, tra gli altri il Procuratore Generale Onelio Dodero, il Tenente Colonnello dei Carabinieri Marco Pettinato con il capitano Gianpaolo Canu e il Questore, Emanuele Ricifari. Non è ancora noto il nome del sostituto. Nell’immediatezza verrà rimpiazzato dal commissario Alberto Sette, ora dirigente della sezione criminalità organizzata e straniera.