Lo scontro tra la maggioranza consiliare e i comitati di quartiere cuneesi ruota tutto attorno a un verbo: “potrà” al posto di “sarà”. La questione di cui si parla riguarda la funzione più importante dei comitati, quella cioè di consultazione rispetto alle decisioni dell’amministrazione comunale.
Nell’attuale regolamento, all’articolo 12, si stabilisce che il comitato di quartiere “sarà interpellato preventivamente dall’amministrazione comunale” su una serie di materie: i bilanci, il piano regolatore e le sue varianti, i piani di viabilità e i piani commerciali che riguardino il quartiere, le opere di urbanizzazione, l’istituzione o la soppressione di servizi nel quartiere e “ogni altro eventuale progetto di interesse diretto o indiretto”. Nella nuova formulazione l’elenco delle materie sparisce, ma viene meno anche l’obbligo tassativo di consultazione: nell’articolo 11 della bozza si precisa infatti che l’amministrazione “potrà” consultare i comitati.
La norma è vista come un arretramento, rispetto a quanto stabilito finora, non solo da parte delle opposizioni civiche ma anche dei presidenti dei comitati che ieri - mercoledì 28 - erano presenti in municipio, per la riunione di commissione a loro dedicata. “Oggi c’è un’istituzione che ci ascolta, domani potrebbe non essere così: la rappresentanza verso l’amministrazione va tutelata” dice Claudio Giuseppe Migliore, presidente del comitato di San Rocco Castagnaretta. “Si introducono vincoli molto stringenti sulla gestione e sulle modalità di elezione, ma non su un punto qualificante che era nel vecchio regolamento” concorda Andrea Odello, a capo del comitato Cuneo Nuova.
A rassicurare tutti ci prova l’assessore Luca Pellegrino, al quale è demandata la delega a Quartieri e Frazioni. Solo in questa prima metà dell’anno, nella sua agenda si sono succeduti 61 incontri con i comitati e tre o quattro riunioni di consulta: “I comitati sono sempre stati ascoltati, forse non sempre sono stati soddisfatti”. In ogni caso, assicura la maggioranza, la norma è concepita in senso rafforzativo rispetto alle prerogative dei quartieri: “È stata fatta una scelta per permettere ai comitati di essere convocati su qualsiasi argomento, ponendo una norma più generica anziché un elenco preciso” spiega Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica). “Sui grandi temi è il Comune che decide cosa fare, dire che ‘potrà consultare’ è una tutela” ribadisce Carmelo Noto del Partito Democratico. A non essere per nulla convinti di questo sono i consiglieri dell’opposizione: “Sia chiaro che non arretriamo di un passo su questo punto” precisa Claudio Bongiovanni a nome del suo gruppo, Cuneo Mia, e degli alleati di Cuneo per i Beni Comuni. “Un’amministrazione forte non deve aver paura di un quartiere forte. Chiediamo di porre un obbligo di consultazione” è la posizione di Paolo Armellini e degli Indipendenti. “È assurdo - replica Migliore - dire che porre un elenco di materie escluda la possibilità di essere consultati su altro: ciò che non è vietato è possibile”.
Cosa cambia con il nuovo regolamento sui comitati di quartiere
A parte la controversia sulla consultazione, ora demandata al Consiglio, il testo concordato dai membri della commissione consiliare Statuto e Regolamenti presenta diverse novità di rilievo. A illustrarle ha provveduto la presidente della commissione Noemi Mallone (Fratelli d’Italia), che ha coordinato il lavoro.
Nel nuovo regolamento si specifica che saranno candidabili sia i residenti di quartieri e frazioni, sia coloro che gestiscono un’attività economica in quel territorio. Le elezioni dovranno essere indette almeno 60 giorni prima della scadenza del comitato e la presentazione delle candidature andrà effettuata a trenta giorni dal voto. La disponibilità a candidarsi potrà essere segnalata per mail o tramite un modulo, consegnato al presidente uscente, entro l’ultimo giorno utile. D’accordo con la maggioranza dei comitati si è deciso di fissare le votazioni su due giorni, sabato e domenica, per incentivare la partecipazione: si potranno esprimere al massimo tre preferenze per candidati di genere diverso. Il direttivo durerà in carica quattro anni e i membri potranno essere rieletti: il presidente è rieleggibile per un massimo di due mandati. L’organismo decadrà nel caso in cui i componenti si trovino in numero inferiore a cinque: si procederà allora ad elezioni straordinarie, fino al completamento del precedente mandato. Al fine di uniformarne la scadenza, convocando un unico election day, è stato stabilito che i comitati attualmente eletti resteranno in carica fino al 31 luglio 2026.
Uno degli argomenti che più aveva fatto discutere in passato riguardava la possibilità di intervento dei quartieri nelle commissioni del Consiglio comunale. Finalmente è stato sancito che sarà facoltà del presidente di commissione consentire ai comitati di intervenire nelle sedute, nel caso in cui gli argomenti li interessino direttamente.
La consulta dei quartieri e i nuovi coordinamenti
Una novità importante riguarda la consulta dei quartieri e delle frazioni. È stato infatti deciso di affiancare al ruolo di coordinamento già esistente tre vice coordinatori che rappresenteranno altrettante “macro aree”: l’Altipiano, l’Oltrestura e l’Oltregesso. Questa suddivisione è secondo l’assessore Pellegrino l’aspetto più rilevante della nuova normativa, specie per quanto riguarda le frazioni: “Servirà a fare ragionamenti che non siano limitati alla singola frazione, ma più ampi: ormai tutta una serie di politiche, dalla mobilità alle scuole, riguardano un intero territorio”.
Rimane aperta la questione delle sedi
Un tema irrisolto è quello riguardante le sedi dei comitati. Ad oggi la situazione è a macchia di leopardo: c’è chi ce l’ha già (per esempio il centro storico e Cuneo Centro), chi la vorrebbe da tempo (come Cuneo Nuova) e chi la condivide (a San Rocco Castagnaretta è in “condominio” con il centro anziani). “Vorremmo dotare tutti i comitati di una sede, ma in certi quartieri non abbiamo locali a disposizione” ammette l’assessore, precisando comunque che le situazioni sono diverse: “In quartieri popolosi come Cuneo Nuova può esserci più necessità, in altri meno”.
“La giunta deve assicurare una sede ai comitati” risponde Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni, molto critico anche su altri aspetti del regolamento: “Vogliamo una catena istituzionale in cui le decisioni del Comune tengano veramente conto dei quartieri e in particolare della consulta. Tutto questo non ha nulla a che vedere coi rapporti a volte clientelari che si creano tra giunta e frazioni”. Un’affermazione, quest’ultima, respinta con sdegno dalla maggioranza: “Non è accettabile parlare di clientelismo” la replica di Noto. Più soft, per una volta, è la posizione di Beppe Lauria: “Abbiamo condiviso un percorso. Anche a me alcune parti del documento non piacciono, come la possibilità per il presidente del comitato di quartiere di candidarsi alle elezioni comunali, che continuo a ritenere non etica. Andrebbe evitato che si ripeta quel che è successo in passato, ci sono stati comitati ‘attenzionati’ e comitati ‘non attenzionati’”.