CUNEO - Cuneo, scontro tra i consiglieri: gli Indipendenti abbandonano la seduta

All’origine del dissidio la questione degli emendamenti che “ammazzano” gli ordini del giorno della minoranza. Carli (Pd): “Polemica inutile e insensata”

Andrea Cascioli 18/09/2024 08:10

Aveva fatto scalpore in primavera l’“Aventino” dei centristi, all’apice dello scontro sulle nomine cuneesi in Fondazione CRC. Stavolta ad andarsene in polemica con i colleghi consiglieri - nello specifico, con la maggioranza - sono stati i due componenti del gruppo Indipendenti, Giancarlo Boselli e Paolo Armellini.
 
Motivo del contendere è la presentazione di un emendamento a firma di Alessia Deninotti (Cuneo Solidale Democratica), condiviso da tutti i gruppi di maggioranza, rispetto a un ordine del giorno che proprio gli Indipendenti avevano presentato. Il tema è il biodigestore di Borgo San Dalmazzo: il gruppo di Boselli e Armellini chiedeva di riunire una commissione consiliare per spiegare le ragioni del “sì” al progetto, avallato dalla sindaca Patrizia Manassero - malgrado le rassicurazioni in senso opposto fornite alla giunta borgarina - nel febbraio dello scorso anno.
 
“È evidente che l’emendamento è finalizzato a far ritirare l’ordine del giorno” ha commentato Boselli, rifiutando di discuterlo. Ma la questione, ha spiegato il gruppo in una nota, non si limita a questo: “L’atto di protesta è rivolto a contestare la prassi ormai consolidata da parte della maggioranza di emendare gli ordini del giorno delle opposizioni, stravolgendone a colpi di votazioni il contenuto e costringendo quindi i proponenti a ritirarlo”. Nulla di illegittimo: in base al regolamento, si può emendare il testo di un ordine del giorno anche in maniera radicale. Sta poi ai proponenti decidere se accettare le modifiche o meno. Qualora ciò non accada, l’emendamento viene messo in votazione: se una modifica “ostile” è approvata dall’assemblea, i proponenti possono comunque decidere di ritirare l’ordine del giorno “alterato”.
 
Ed è quello che succede, appunto, con una certa frequenza, laddove le proposte delle minoranze non sono condivise dalla maggioranza, ma nemmeno si vuole cassare un testo con un “no” secco. Per gli Indipendenti le garanzie non sono sufficienti: “Chiediamo di modificare la possibilità di emendare gli ordini del giorno, altrimenti si rischia che ogni ordine del giorno che la minoranza presenta venga cambiato completamente. Non ci interessa più un generico impegno: è una questione che rischia di ledere i diritti della minoranza”.
 
Le parole di Boselli in aula sono state accolte con una certa sorpresa dalla maggioranza: “All’inizio di questo mandato amministrativo ci siamo dati delle linee sugli emendamenti: vorrei quantomeno capire quali possano essere le soluzioni” ha commentato il capogruppo di Crescere Insieme Luca Paschiero. Più tranchant la leader consiliare del Partito Democratico, Claudia Carli: “Lo strumento dell’emendamento è legittimo, fatto apposta per poter modificare un ordine del giorno. Questa polemica mi sembra inutile e insensata”. La capogruppo dem ha contestato anche la decisione, assunta di recente proprio su insistenza delle opposizioni, di mettere una scadenza temporale agli emendamenti. Ora possono essere presentati fino a 48 ore prima della seduta consiliare, non dopo: “Una regola che non si è mai vista” obietta l’esponente del Pd.

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