C’è chi si occupa del verde e chi si preoccupa di non restare al verde. Boutade a parte, ogni ragionamento sulla presenza di erbe infestanti in determinate aree di Cuneo non può non partire dalle risorse del Comune. Il cui organico ammonta per la precisione a quattro giardinieri, uno dei quali prossimo al pensionamento.
Anche qui, il mesto ritornello degli assessori è sempre quello: scordatevi i tempi d’oro, gli organici degli anni Ottanta e Novanta - quando gli addetti al verde erano più di una ventina - non torneranno. “Stiamo valutando un’eventuale riorganizzazione del settore” assicura comunque l’assessore competente Gianfranco Demichelis, interpellato da Franco Civallero di Forza Italia: “Si può ragionare su un numero minimo per garantire interventi puntuali e su un rafforzamento degli uffici”. Ad oggi ci sono venticinque ditte che operano sul territorio comunale per la manutenzione ordinaria. In viale Angeli, citata dal consigliere di centrodestra, l’amministrazione ha previsto quattordici tagli annuali, uno ogni due settimane: nelle zone “con minor fruizione” si effettuano invece sette sfalci tra la primavera e l’autunno. “A noi piace avere una città verde - conclude Demichelis - ma il verde ha un costo non indifferente”.
Poi c’è la questione delle cacche dei cani. Tramontata - per i costi improponibili -
l’ipotesi della banca dati genetica caldeggiata dai centristi qualche mese fa, resta il consueto mix di prevenzione e (forse) repressione:
“Stiamo portando avanti una campagna di sensibilizzazione” ricorda Demichelis, mentre la collega di giunta
Cristina Clerico, delegata ai rapporti con i vigili urbani, fa sapere che
“la Polizia Locale sta facendo opera di moral suasion con i proprietari di cani: partiremo anche a sanzionare chi, nonostante questo, non capisce come si conducano i cani”. Per ora, dunque, le multe non sono ancora partite.
Al tema del degrado vegetale si affianca nella discussione dei consiglieri quello sociale. Con un focus in particolare nei discorsi delle opposizioni: piazza Boves. “Sta diventando la fotocopia della stazione e la situazione si sta allargando ad altre zone” denuncia Paolo Armellini di Indipendenti. Rincara Civallero, puntando il dito contro il neonato shisha bar che ha aperto da poco negli spazi dell’ex Garage: “Ci è stato detto che non è il Comune ad autorizzare l’apertura, ma ora sono spuntati i dehors. La sera della processione della Madonna del Carmine hanno chiuso alle quattro e riaperto alle sei”. Massimo Garnero, autore per conto di Fratelli d’Italia di un’interpellanza sugli effetti del daspo Willy in città, sostiene: “A piazza Boves abbiamo visto risse, spaccio e quant’altro e anche parco Parri è diventato un luogo privilegiato per lo spaccio di droghe leggere”.
“Il daspo non serve a nulla, coloro che lo ricevono si spostano di qualche centinaio di metri” fa sapere Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni. Meno drastica la risposta dell’assessore Clerico, che comunque non nasconde la scarsa applicazione dello strumento preventivo: i divieti di accesso a locali pubblici emanati dalla Questura sono stati dodici in tutto. Si tratta del resto di una sorta di “extrema ratio”, prevista dal legislatore - ricorda l’assessore - “nei confronti di soggetti che siano già risultati coinvolti in fenomeni criminosi riferibili al mondo dei traffici di sostanze e agli atti di violenza contro il patrimonio e le persone”. Nondimeno, conclude Clerico, “l’attenzione sul tema non manca e rimarrà a prescindere dal numero di daspo comminati”.