Poche parole, in apertura dell’ultima seduta del Consiglio comunale di Cuneo, per “ricordare le 137 vittime del terribile attentato terroristico di venerdì 22 marzo al Crocus City Hall di Mosca”. Il presidente Marco Vernetti riassume in una frase la commemorazione e invita i consiglieri presenti ad alzarsi in piedi, per osservare un minuto di silenzio in onore delle vittime.
Subito dopo il consigliere di opposizione Beppe Lauria prende la parola: “Mi è sembrato abbastanza sbrigativo, - dice rivolto a Vernetti - anche perché credo che in una situazione come questa, per dovere istituzionale, ci si dovrebbe rivolgere al capo di quello Stato e alla popolazione”. Una “freddezza” che il coordinatore piemontese di Indipendenza!, il neonato partito di Gianni Alemanno, mette in parallelo con quanto avvenuto dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso: “Per un fatto esattamente identico, questo Comune ha pensato bene il giorno dopo di illuminare la torre civica: prendo atto del fatto che ci sono morti di serie A e serie B e posizioni che il Comune assume a seconda di chi è la vittima”.
“Non mi sembra di aver visto la bandiera russa sulla torre civica - continua Lauria, sempre rivolto ai banchi della presidenza - o che lei abbia fatto riferimento al popolo che è oggetto di quell’attacco, al di là dei 137 morti tra cui molti bambini e dei 182 feriti, di cui alcuni gravissimi”. “Questo - aggiunge - è un Paese dove ci sono due verità: quando la verità interessa il mainstream tutti sono proni a fare sottolineature e genuflessioni, quando non interessa nessuno, come in questo caso, si ricorda ‘en passant’ che ci sono stati 137 morti”.
In chiusura l’esponente della destra sociale ricorda di aver manifestato il proprio cordoglio, il giorno dopo l’attentato, in una lettera indirizzata all’ambasciatore russo in Italia Alexey Paramonov e al console generale a Milano Dmitriy Shtodin. Nella missiva il movimento Indipendenza! osserva che “la solidarietà alle famiglie e al popolo russo si aggiunge all’allarme per i tentativi occulti di allontanare con ogni mezzo la via maestra della diplomazia e della pace”.