CUNEO - Cuneo sostiene la candidatura di Saluzzo a capitale italiana della cultura 2024

L’ordine del giorno approvato all’unanimità dai consiglieri garantisce l’appoggio all’iniziativa. La capitale del marchesato sarebbe la prima città piemontese a vincere

Andrea Cascioli 23/12/2020 10:55

 
C’è anche il sostegno del capoluogo provinciale alla candidatura presentata dalla città di Saluzzo come capitale italiana della cultura per il 2024.
 
L’ordine del giorno sul tema, presentato in Consiglio comunale dai gruppi Cuneo per i Beni Comuni, Cuneo città d'Europa, Cuneo Solidale Democratica, Movimento 5 Stelle e Grande Cuneo, è stato illustrato dal consigliere e vicepresidente dell’assemblea cittadina Ugo Sturlese e approvato all’unanimità con 27 voti. Cuneo si unisce così ai 74 comuni e unioni montane che fanno parte del progetto e alle oltre 20 istituzioni e realtà culturali e turistiche che hanno già espresso il proprio sostegno alla candidatura, ufficializzata lo scorso 4 dicembre dal sindaco Mauro Calderoni.
 
La candidatura saluzzese, giunta come prosecuzione del percorso avviato con il progetto Terres Monviso, è stata la prima ad aderire all’iniziativa promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Nata nel 2014 da una proposta di Dario Franceschini, sulla scia della proclamazione di Matera a capitale europea della cultura per il 2019, la designazione si propone di valorizzare lo sviluppo culturale e i servizi turistici di una città italiana per la durata di un anno.
 
A scegliere la vincitrice è una commissione di sette esperti nominata dallo stesso ministero: per il 2020/21 (l’edizione di quest’anno è stata prolungata a causa dell’emergenza sanitaria) il titolo spetta a Parma, mentre l’edizione 2023 è già stata assegnata a Bergamo e Brescia e si attende di conoscere la designazione 2022 per la quale sono in lizza dieci finaliste. Se Saluzzo dovesse vincere l’ardua contesa, già tentata senza successo da Cuneo nel 2017, sarebbe il primo centro piemontese e anche la prima città non capoluogo di provincia ad aggiudicarsi un riconoscimento di cui negli anni scorsi si sono fregiati Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena (edizione 2015) e poi Mantova (2016), Pistoia (2017) e Palermo (2018).  
 
Cuneo crede che la sua più antica “consorella” abbia tutte le carte in regola per farcela ma, come ha ricordato il consigliere Sturlese, in questa competizione l’importante è (anche) partecipare: “Cuneo aveva presentato la propria candidatura alcuni anni fa ed è comunque servito a far conoscere la nostra città: com’è noto, per circa un anno la città candidata può mettere in evidenza le proprie ricchezze”. Nel caso della capitale del marchesato si tratta anche di riscattare un territorio alpino “che ha patito più di altri la marginalizzazione e lo spopolamento di quello che Nuto Revelli chiamava ‘il mondo dei vinti’”.
 
I punti di forza non mancano in quello che i consiglieri cuneesi definiscono “uno dei luoghi più interessanti non solo del Piemonte ma di tutto il nord Ovest italiano sotto il profilo storico, culturale e geomorfologico”. Si rimarcano a tal proposito l’eredità storica del marchesato di Saluzzo, una delle signorie medievali più avanzate dal punto di vista culturale nel panorama europeo. E poi la figura del patriota risorgimentale Silvio Pellico, celebre autore de Le mie prigioni, la riserva della biosfera Unesco sul monte Monviso (unica montagna citata dal poeta Virgilio), l’abbazia cistercense di Staffarda e la cultura della lingua occitana.
 
Archiviata la secolare rivalità che oppose la ‘villa nova’ di Cuneo alla già affermata signoria dei marchesi del Vasto, anche la città tra Gesso e Stura è pronta a fare il tifo per Saluzzo.

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