Dice un noto proverbio che la vittoria ha cento padri e la sconfitta è orfana. Ascoltando il dibattito infuocato di ieri sera nel Consiglio comunale di Cuneo sarebbe difficile attribuire una paternità all’
ordine del giorno sulla nuova sanità che pure, in teoria, godeva dell'appoggio di tutti i quattro gruppi di maggioranza: Centro per Cuneo, Crescere Insieme, Cuneo Solidale Democratica e Partito Democratico.
Il passaggio incriminato è quello in cui si ipotizzano “le aree ‘Carle’ o ‘Santa Croce’” come sedi “per il nuovo ospedale HUB provinciale in rete con gli altri presidi ospedalieri”: si parla di Carle e Santa Croce, appunto, anziché del solo nosocomio di Confreria che sembrava ormai destinato a ospitare il futuro ospedale ‘riunificato’ di Cuneo. Una soluzione già esplicitata dal piano regolatore del Comune e dai documenti inviati alla Regione, e caldeggiata in questi mesi anche dalla Fondazione Nuovo Ospedale presieduta da Fulvio Moirano così come da vasti settori della maggioranza consiliare. Non abbastanza vasti, tuttavia, da imporre all’assemblea cittadina di abbandonare indugi e tentennamenti.
A dare fuoco alle polveri sono due attivissimi consiglieri ‘frazionisti’ del Centro, Maria Laura Risso e Silvano Enrici: “Se prima l’idea dell’ospedale verticale era già sbagliata ora è assurda. Auspichiamo che entro il mese di giugno si possa confermare la scelta dell’unica zona che risponde alle caratteristiche per ottenere i finanziamenti del MES e cioè il Carle” taglia corto Risso. Enrici attacca senza mezzi termini i colleghi di maggioranza del settore dem: “Chiedo al Partito Democratico come abbia fatto ad avallare un ordine del giorno simile quando si era dichiarato favorevolissimo al sito del Carle. Questo odg ci porta indietro di almeno un anno, alla partenza della commissione speciale”.
Ma il capogruppo del Pd Carmelo Noto non ci sta e respinge le accuse: “A suo tempo ho votato il piano regolatore che definiva lo spazio del nuovo ospedale nella zona del Carle: noi non abbiamo cambiato idea su quell’area, ma ci siamo presi l’impegno di aspettare il parere tecnico”. Anche gli altri gruppi di maggioranza in questi mesi si sono espressi pro o contro l’ipotesi dell’ospedale unico oltre Stura, ricorda Noto: Crescere Insieme ha indicato il Carle, Cuneo Solidale non ha invece fatto mistero di opporsi al trasferimento. “Sono tutti dubbi e proposte lecite, l’unico gruppo che ha visto al suo interno poca chiarezza è quello del collega Enrici” conclude il ‘veterano’ dell’ala ex pidiessina: un chiaro riferimento alla polifonia di voci all’interno del Centro tra chi come Risso ed Enrici spinge sul Carle e chi, in testa l’ex forzista Umberto Fino, vorrebbe mantenere il polo principale della struttura sanitaria in via Monte Zovetto. È proprio Fino a prendere la parola per difendere la suggestione dell’’ospedale verticale’ nell’area compresa tra l’attuale Santa Croce e l’Inps: “L’ospedale di Cuneo è al centro della città e forse i cittadini cuneesi vogliono che resti qui per mille motivi, anche per ragioni commerciali. Ribadisco che per me i due siti devono rimanere. Mi adeguerò alla scelta che verrà presa, ma non accetto che mi si accusi di malafede”.
Nel finale, dopo una ridda di interventi tra maggioranza e opposizione, il sindaco Federico Borgna prova a smorzare la polemica tra le file dei gruppi che lo sostengono. Lo fa senza sbilanciarsi, se non per ricordare che “non è pensabile posizionare una struttura con 700 anni di storia al di fuori del territorio del comune di Cuneo”. Tuttavia, dal primo cittadino arriva una replica chiara a chi ipotizza che mantenere due diverse sedi ospedaliere valga come diga difensiva contro la pandemia: “Non sono le due sedi che ci hanno difesi dalla pandemia, è stata la professionalità degli operatori sanitari”.
L’ordine del giorno alla fine passa con ventidue favorevoli, cinque astensioni e un voto contrario. Un voto che ‘riappacifica’ il centrosinistra solo dal punto di vista notarile. Perché la maggioranza continua a prendere tempo e rimandare una scelta che a detta del sindaco “non può essere decisa dal Comune di Cuneo ma non può essere presa contro il parere del Comune”. Il tempo tuttavia scorre e più di qualcuno, forse, incomincia a chiedersi se non sia fondato quel timore che Enrici esplicita ad alta voce: “Se aspettiamo ancora un po', l'hub ce lo ritroveremo a Verduno”.