CUNEO - Cuneo, un Ordine del Giorno per chiedere un dibattito pubblico sul nuovo ospedale

A presentarlo i consiglieri comunali di Cuneo per i Beni Comuni, Ugo Sturlese, Luciana Toselli e Aniello Fierro, insieme a Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia

15/12/2022 11:59

Un Ordine del Giorno per impegnare la sindaca Patrizia Manassero e l’azienda ospedaliera “Santa Croce e Carle” ad organizzare un dibattito pubblico sul progetto presentato per il nuovo ospedale di Cuneo, le cui prime immagini sono state rese pubbliche lo scorso 30 novembre in occasione della firma del protocollo di intenti nel Centro Incontri della Provincia. A presentarlo i consiglieri comunali di Cuneo per i Beni Comuni, Ugo Sturlese, Luciana Toselli e Aniello Fierro, insieme a Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia. 
 
Nel mirino dei proponenti, come già evidenziato nelle scorse settimane, il partenariato pubblico-privato: “In base alla letteratura internazionale più attenta sull’argomento, la possibilità che la costruzione di un nuovo ospedale e la gestione in affidamento dei servizi extra-sanitari sia delegata a società private presenta possibili criticità, mentre sono disponibili cospicui finanziamenti INAIL per la costruzione del nuovo ospedale così come peraltro sono a disposizione 32,5 milioni per interventi antisismici e antincendio per la rivitalizzazione dell’attuale Santa Croce”. Si legge nel documento: “Con la conferenza di intenti, tenutasi con una formula ambigua e certo non inclusiva (tanto che nemmeno i consiglieri comunali sono stati informati), si è aperto un percorso che in prima battuta dovrebbe consentire all’Advisor, incaricato dall’azienda ospedaliera, di portare a termine l’analisi di congruità del progetto presentato dai privati per passare poi ad un confronto con l’ipotesi di finanziamento con fondi INAIL (senza peraltro un progetto confrontabile in quanto di spettanza regionale) da sottoporre all’attenzione di istituzioni e associazioni coinvolte nelle prestazioni sanitarie. È lecito dubitare che la disponibilità finanziaria immediata della società proponente possa avere un effetto pesantemente distorsivo sul giudizio finale delle istituzioni aggiudicatrici (ASO e Regione), salvo ovviamente il riscontro da parte delI’Advisor di gravi incongruenze o diseconomie nel progetto presentato dal soggetto promotore. E del resto in generale questo appare l’indirizzo degli organismi ministeriali, che, non essendo garantite dai governi adeguate disponibilità finanziare, sembrano caldeggiare la strada del partenariato pubblico-privato. Ma questo non è un motivo sufficiente per giustificare eventuali operazioni ad alta disponibilità di investimento ma anche a rischio di pesante indebitamento e di alti costi finali per le aziende ospedaliere. O ancora di “forme di condizionamenti privatistici” mascherate nella complessità dei contratti. E del resto le esperienze piemontesi di PPP sono risultate degli insuccessi clamorosi (Città della salute a Torino, Università di Novara)”.
 
Se ne discuterà nel Consiglio comunale del 19 e 20 dicembre.

c.s.

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