Questa volta è una petizione promossa da un gruppo autonomo di residenti di Cuneo centro (il Comitato di quartiere vi è invece estraneo) a porre di nuovo il tema dei costi e dei benefici sociali attesi dall’intervento di recupero che appena un mese fa era stato presentato in Comune: si tratta di un fabbricato da 3300 mq con destinazione prevalentemente residenziale che ospiterà 28 alloggi e 660 mq di uffici.
Il piano per ora esiste solo nei rendering architettonici ma fa già storcere il naso a diversi residenti della zona per più di una ragione. I promotori della petizione fanno notare in primo luogo che la costruzione “non sembra affatto rientrare nell’ottica di un piano di recupero urbanistico né tantomeno può classificarsi come una valorizzazione e ricucitura del tessuto architettonico del centro storico esistente”.
“Questo mastodontico manufatto, - continua il testo dell’appello distribuito in alcuni locali del quartiere - totalmente avulso dal contesto edificatorio esistente, rappresenterà una disomogeneità urbanistica (che nulla ha a che fare con il quartiere Cuneo Centro che da piano regolatore è a tutti gli effetti centro storico) e si protenderà sulla strada, aprendo una ferita indelebile nel centro storico di Cuneo e costituendo, di fatto, un ulteriore pregiudizio degli interessi di tutta la comunità cittadina anche in considerazione dell’ingiusto disagio subito dalla collettività in 35 anni di totale abbandono”.
Ma non è solo una questione ‘stilistica’ a preoccupare i residenti: tra le “carenze ed anomalie strutturali” si segnalano la mancata previsione di parcheggi gratuiti in una zona ‘critica’ da questo punto di vista e di nuovo verde pubblico, nonché la sopraelevazione di circa tre piani rispetto agli alloggi dell’antistante edificio ex Inail che si ritiene “arrecherà un danno economico ed esistenziale e costituirà un autentico schiaffo per coloro negli edifici limitrofi, privandoli della luce, dell’aria e deprezzandone di conseguenza irrimediabilmente il valore immobiliare”. Ai progettisti, si nota, è stata concessa la possibilità di prevedere terrazze a tasca sul tetto “che sono state a lungo negate nel quartiere Cuneo Centro dove è attualmente vietato persino installare pannelli solari: insomma, due pesi e due misure”.
I 533mila euro previsti come extraoneri, a beneficio del Comune di Cuneo, vengono giudicati del tutti insufficienti a ‘risarcire’ la comunità, tenuto anche conto dei disagi provocati dallo stato di abbandono in cui l’edificio - acquistato dalla Sima Dati sas di Ceva nel 1998 - è stato tenuto per oltre vent’anni in attesa di ottenere dal Comune il contestato cambio di destinazione d’uso: “Come accadde per il Palazzo degli Uffici Finanziari per il quartiere Donatello, si rischia di colpire a morte il quartiere Cuneo Centro con la differenza che non si tratta questa volta di un edificio pubblico che potrà prima o poi smantellato, ma di alloggi di civile abitazione che una volta acquistati saranno di proprietà esclusiva dei privati e quindi non più eliminabili dal tessuto edificatorio esistente e dal ‘centro storico’ di Cuneo”.
Alla luce del fatto che il decreto ‘Riparti Piemonte’ potrebbe portare a bypassare la prevista valutazione da parte della Commissione Regionale del Paesaggio, si chiede quindi al sindaco e all’amministrazione di avviare una revisione del progetto ex Policlinico “che meritava, merita e meriterebbe sicuramente più attenzione alla comunità cittadina e meno al profitto dei privati”.
La raccolta firme è stata avviata presso alcuni esercizi commerciali del quartiere: panetteria ‘Il Buon Pane’ (via Bassignano 20), bar Cafè Bontà (via Pellico 5), parrucchiera ‘Idee in testa’ (via Paralup 14), caseificio Moris (corso Giolitti 2), panetteria ‘Arte in forno’ (corso Nizza 90).