BORGO SAN DALMAZZO - Da Borgo San Dalmazzo a Parigi a sostegno della libertà in Iran

All’annuale Free Iran World Summit sono presenti anche l’assessora Michela Galvagno e la consigliera Elena Ferreri. L’obiettivo è uno e condiviso da tutti i Paesi presenti: raggiungere l’uguaglianza e le pari opportunità

Michele Galvagno ed Elena Ferreri
Tutti i rappresentanti della Granda a Parigi

Micol Maccario 02/07/2023 16:07

C’è anche un po’ di Borgo San Dalmazzo al summit internazionale della resistenza iraniana di Parigi. L’assessora Michela Galvagno e la consigliera Elena Ferreri hanno accolto l’invito del dottore Khosro Nikzat, medico specialista di chirurgia generale iraniano in servizio all’ospedale Santa Croce di Cuneo. Il dottor Nikzat adesso risiede a Margarita e, in passato, ha partecipato attivamente alla resistenza iraniana.
“È stato un onore aver ricevuto l’invito del dottor Khosro Nikzat”, dice l’assessora Galvagno: “È un grande piacere per la consigliera Elena Ferreri e per me prendere parte, in questi due giorni, alle conferenze per supportare la causa del Consiglio Nazionale della Resistenza per un Iran libero (NCRI), presieduto da Maryam Rajavi che ha aperto il convegno del primo luglio. Oltre alla libertà per il popolo iraniano sosteniamo l’impegno civile di una donna che con coraggio lotta contro il regime degli ayatollah a favore delle pari opportunità”.
L’evento è organizzato dalla resistenza iraniana e vede la partecipazione di molti iraniani e centinaia di esponenti politici da tutto il mondo (compresi altri rappresentanti dei Comuni della Granda). L’obiettivo comune è uno: la lotta per la libertà in un momento così difficile per l’Iran. E Maryam Rajavi è da decenni uno dei simboli di questa battaglia.
“È commovente vedere con quanto entusiasmo ed energia moltissimi iraniani giunti da tutto il mondo hanno partecipato alla manifestazione che si è tenuta in contemporanea a Parigi in Place Vauban mentre valenti oratori, tra i quali Mike Pence (ex vicepresidente degli Stati Uniti), Mike Pompeo (ex segretario di Stato degli Stati Uniti), Stephen Joseph Harper (ex primo ministro del Canada) e Patrick Kennedy intervenivano a sostegno di questa nobile causa riassunta nei dieci punti programmatici che la presidente Maryam Rajavi ha stilato per il futuro dell’Iran”, aggiunge Michela Galvagno.
 
Il piano per il futuro dell’Iran di Maryam Rajavi si articola in dieci punti fondamentali: 
1. Rifiuto del velayat-e faqih (governo clericale assoluto). Affermazione della sovranità popolare in una repubblica fondata sul suffragio universale e sul pluralismo;
2. Libertà di parola, libertà dei partiti politici, libertà di riunione, libertà di stampa e di Internet; soppressione e scioglimento del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC), della Forza terroristica Qods, dei gruppi in borghese, dell’impopolare Bassiji, del Ministero dell’Intelligence, del Consiglio della Rivoluzione Culturale e di tutte le pattuglie e istituzioni repressive in città, villaggi, scuole, università, uffici e fabbriche;
3. Impegno per le libertà e i diritti individuali e sociali in conformità con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Sciogliere tutte le agenzie preposte alla censura e all’inquisizione. Giustizia per i prigionieri politici massacrati, divieto di tortura e abolizione della pena di morte;
4. Separazione tra religione e Stato e libertà di religioni e fedi;
5. Completa uguaglianza di genere nell’ambito dei diritti politici, sociali, culturali ed economici ed equa partecipazione delle donne alla dirigenza politica. Abolizione di ogni forma di discriminazione; diritto di scegliere liberamente il proprio abbigliamento; diritto di sposarsi e di divorziare liberamente e di ottenere istruzione e lavoro. Divieto di ogni forma di sfruttamento contro le donne sotto qualsiasi pretesto;
6. Un sistema giudiziario e giuridico indipendente coerente con gli standard internazionali basato sulla presunzione di innocenza, il diritto alla difesa, il diritto di appello e il diritto a essere giudicati in un tribunale pubblico. Piena indipendenza dei giudici. Abolizione della legge della sharia dei mullah e scioglimento dei Tribunali della Rivoluzione Islamica;
7. Autonomia per le nazionalità e le etnie iraniane e rimozione delle doppie ingiustizie contro di loro, in coerenza con il piano del CNRI per l’autonomia del Kurdistan iraniano;
8. Giustizia e pari opportunità nel campo dell’occupazione e dell’imprenditorialità per tutto il popolo iraniano in un’economia di libero mercato. Ripristino dei diritti di operai, agricoltori, infermieri, impiegati, insegnanti e pensionati;
9. Protezione e riabilitazione dell’ambiente, che è stato massacrato sotto il governo dei mullah;   
10. Un Iran non nucleare che sia anche privo di armi di distruzione di massa. Pace, coesistenza e cooperazione internazionale e regionale.

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