“A due anni da quell’accordo, frutto della politica delle slide, e degli impegni assunti con il Protocollo d’Intesa tra il Signor Capo della Polizia – Direttore generale della Pubblica Sicurezza, ed il Presidente dell’Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori (AISCAT) i poliziotti della Granda dal 2016 non vedono il becco di un quattrino". A denunciarlo in un comunicato stampa è la sezione cuneese del Siulp, il Sindacato Italiano dei Lavoratori della Polizia di Stato.
L'accordo in questione prevedeva un’indennità autostradale fissata a 5,16 euro nette al giorno, oltre a 1,50 euro in più nelle ore serali e 2,50 euro nelle ore notturne. I mancati pagamenti avverrebbero, secondo quanto riportato dal Siulp, “nonostante la concessionaria sia sempre puntuale nei versamenti periodici al Ministero del Tesoro”.
Prosegue il comunicato stampa: “In virtù della tanta acclamata convenzione AISCAT nelle autostrade la Polizia stradale ha l’esclusività del controllo del territorio garantendo la sicurezza degli utenti e dello Stato. I poliziotti tutti i giorni e in tutte le ore, con il caldo, il freddo, la neve, la pioggia, intervengono in aiuto degli automobilisti in difficoltà, oltre a prevenire e reprimere i reati in autostrada”.
Secondo quanto denunciato dal Siulp, i poliziotti cuneese vantano oggi crediti con il Dipartimento per circa 2500 euro a testa accumulatisi in due anni: “Rimandare alle calende greche il pagamento delle indennità è disarmante avvilente per chi garantisce la sicurezza sulle arterie autostradali. Eppure sarebbe sufficiente calendarizzare il pagamento (ad esempio ogni 3 mesi). Stiamo tornando pian pianino alla politica de “l’operaio innanzi al padrone con il cappello in mano”: poliziotti sempre meno sulle strade e mal pagati, poliziotti avviliti da una politica della sicurezza lontana dalla realtà. Assistiamo in questi mesi a monologhi del tipo 4 forze di polizia sono meglio di 5, 3 meglio 4 ed ancora 2 meglio di 3, se è questa la politica dei governi ebbene che si cancelli la legge 121/1981 perché frutto di un sogno che oggi sempre più diventa utopia".