CUNEO - Dal 7 marzo giù lo status di protezione del lupo, Coldiretti Cuneo: "Importante passo avanti"

La soddisfazione dei vertici provinciali dell'organizzazione agricola: "Evidente come i vari strumenti di mitigazione sinora proposti non siano in grado di prevenire i conflitti"

06/03/2025 10:36

"La data del 7 marzo 2025 segna un passo avanti importante nell’approccio alla gestione del lupo, alla luce di un evidente disequilibrio dell’ecosistema, che nella nostra provincia ha portato a centinaia di capi ovicaprini e bovini uccisi negli ultimi anni, dalle vallate alpine fino alla pianura, anche nelle immediate vicinanze dei centri abitati". Coldiretti Cuneo commenta così l’entrata in vigore, domani, del declassamento del grado di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”.
 
La Commissione europea - ricorda Coldiretti Cuneo - aveva avanzato nel dicembre 2023 la proposta di modificare la Convenzione di Berna, strumento giuridico internazionale finalizzato alla conservazione della flora e della fauna selvatiche, per abbassare lo status di protezione del lupo in Europa, considerato che la concentrazione di branchi in alcune regioni europee era diventata un pericolo reale per il bestiame, con almeno 65.500 capi di bestiame uccisi ogni anno nell’UE. Ottenuto il via libera degli Stati membri, la Commissione ha sottoposto la questione al Comitato permanente della Convenzione di Berna che, nel dicembre 2024, ha approvato la proposta di declassamento dello status di protezione del lupo, in vigore da domani.
 
Dunque, a partire dal 7 marzo 2025 - spiega Coldiretti Cuneo - l’UE dovrà adeguare la Direttiva Habitat che attua la Convenzione di Berna: una modifica che darà maggiore flessibilità agli Stati membri nel gestire attivamente le concentrazioni critiche di lupi con attività di contenimento controllate.
 
Secondo il Monitoraggio nazionale pubblicato nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU in sinergia con l’ISPRA, sono circa 600 i lupi sulle Alpi piemontesi, pari a quasi il 70% degli esemplari presenti nel Nord Italia, con il maggior numero di branchi ed individui rilevati nella Granda. Però, sottolinea il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, “in pochi si chiedono quanti siano i pastori rimasti sulle nostre montagne, per quanto tempo ancora potrà sopravvivere questa forma di allevamento e quali cambiamenti comporterebbe la scomparsa della pastorizia dalle nostre terre alte e aree interne, con la perdita delle insostituibili attività di presidio, tutela dell’assetto idrogeologico e cura di un patrimonio naturale dalla grande valenza ambientale”.
 
La presenza del lupo in provincia di Cuneo si è moltiplicata nel giro di pochi anni con il ripetersi di predazioni che costringono alla chiusura delle attività e all’abbandono delle terre alte e delle aree interne. È evidente come i vari strumenti di mitigazione sinora proposti, dalle reti elettrificate ai cani da guardiania, non siano in grado di prevenire efficacemente i conflitti, anche laddove correttamente applicati”, sostiene il direttore di Coldiretti Cuneo, Francesco Goffredo.

c.s.

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