Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dalla Rete Minerali Clandestini.
Il 20 agosto scorso è caduto il governo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle, caratterizzato per molti aspetti da scelte di chiara impronta sovranista, lesive dei più elementari principi di giustizia e solidarietà. Dalle prime consultazioni seguite alla crisi emerge - tra le altre ipotesi - quella della costituzione di un nuovo governo di legislatura, che si caratterizzi per una netta discontinuità politica rispetto al passato: è una possibilità che la Rete Minerali Clandestini - coordinamento cuneese costituito da oltre 70 associazioni cattoliche e laiche che si occupano di temi legati al mondo delle migrazioni e dell’accoglienza - valuta positivamente, a condizione che tra le priorità irrinunciabili del nuovo governo sia inserita quella di una rinnovata gestione delle politiche sociali, in particolare per quanto riguarda l’approccio al fenomeno migratorio.
Negli ultimi 14 mesi il tema delle migrazioni
- è stato affrontato esclusivamente come questione di ordine pubblico e di sicurezza, con l’adozione di provvedimenti normativi in netto contrasto con i caposaldi della Costituzione;
- è stato strumentalizzato per alimentare un clima di paura, grazie anche a una diffusa manipolazione dell’informazione che ha fornito un quadro distorto della realtà;
- è stato decontestualizzato e liquidato senza un’analisi approfondita dei fattori che lo caratterizzano e che ne sono all’origine.
Noi chiediamo un cambiamento strutturale e una svolta decisa al riguardo, per dare contenuto e sostanza agli intenti di novità annunciati per ora in termini generali e di indirizzo. In particolare riteniamo necessario:
- che venga ripristinata una situazione di giustizia e di solidarietà, con l’immediata abolizione dei cosiddetti “Decreti sicurezza” e la conferma dell’adesione non solo formale ai trattati internazionali sottoscritti dall’Italia;
- che il futuro governo si impegni in un’azione diffusa di informazione e formazione tesa a favorire una più adeguata comprensione dei fattori che sono all’origine dei processi migratori;
- che promuova sul piano nazionale e internazionale un confronto che affronti la questione degli squilibri economici tra Paesi ricchi e Paesi poveri, del neocolonialismo, di un nuovo e più equo modello di sviluppo fondato sulla compatibilità ambientale e sociale;
- che riveda le politiche sociali in materia di lavoro, istruzione, sanità, abitazione, riportando le politiche fiscali su binari di equità e progressività, così da disinnescare le occasioni di conflitto sociale che aizzano poveri contro altri poveri.
Diamo voce a queste istanze nella certezza che l’adozione di scelte improntate ai principi di giustizia e solidarietà nell’ambito delle politiche migratorie potrà contribuire alla costruzione di una società più giusta e solidale nel suo complesso.