“Sarà all’insegna del realismo e della condivisione con i territori il percorso di programmazione pluriennale delle infrastrutture piemontesi”. Così l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi nel suo intervento alla II Commissione regionale di ieri mattina, giovedì 12 settembre, sul tema ‘Viabilità, infrastrutture e trasporti’. Il metodo proposto dall’assessore ha raccolto ampia, ma non totale approvazione. La direzione indicata dal membro della giunta Cirio è quella di "un’autonomia ragionata, che prevede la condivisione con i territori per individuare le priorità su cui allocare i finanziamenti”, come sottolineato dopo aver indicato le proprie linee di mandato illustrato e il dossier ‘Infrastrutture del Piemonte’ presentato all’ex ministro ai Trasporti Danilo Toninelli il 17 luglio.
Punto principale dell’attività dell’assessore è la definizione di una “programmazione pluriennale ragionata”, da avviare dopo la fase di studio sui territori. L’intenzione è quella di riprendere il piano degli investimenti 2001 sulla rete stradale e aggiornarlo o, se necessario, farne uno nuovo, poiché, secondo Gabusi, fa riferimento ad una situazione economica e sociale lontana da quella attuale.
“Siamo coscienti dello stato in cui versano le infrastrutture e i servizi di trasporto pubblico piemontesi – ha evidenziato l’assessore -, ed è nostra intenzione lavorare rapidamente, senza temporeggiare. Occorre però essere realistici: non possiamo fare tutto e subito. Lavoreremo perciò seguendo un piano di priorità da definire in piena collaborazione con i territori e gli enti locali, che rappresentano i nostri interlocutori di riferimento quando si tratta di capire di cosa hanno effettivamente bisogno i cittadini. Non possiamo permetterci di lavorare con liste della spesa che sono in realtà libri dei sogni. La Regione è qui per raccogliere tutte le istanze degli enti locali e per trovare il punto di congiunzione tra le risorse disponili e le reali necessità, con l’obiettivo di ridurre il delta tra i due elementi”.
L’assessore ha confermato che l’avvio dell’attività di ricognizione condivisa inizierà subito, partendo dal dossier presentato a Roma. “La mappatura potrà richiedere qualche mese di lavoro – ha concluso l’assessore Gabusi - e va comunque pensata in vista della nuova stagione di programmazione di fondi strutturali europei 2021–27”.
L’intervento di Gabusi è stato oggetto di critiche da parte dell’opposizione. Per quanto riguarda la provincia di Cuneo è intervenuto il consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Trasporti Ivano Martinetti: "Su 25 pagine del dossier nemmeno una riga sui servizi per i pendolari piemontesi - ha detto il rappresentante della minoranza -. Il centrodestra condanna migliaia di cittadini a viaggiare solo con mezzi propri per ancora molti anni”. L’esponente del Movimento Cinque Stelle ha attaccato a testa bassa: “Oggi è arrivata la conferma insieme alla riproposizione di vecchi progetti per smantellare addirittura la Asti–Alba rendendola pista ciclabile. E' molto grave che la Regione non chieda fondi per la riapertura delle principali linee sospese del Piemonte. Di pari importanza dovrebbe essere il potenziamento delle infrastrutture esistenti di collegamento con la Liguria. Di tutto questo non c'è traccia sul dossier, così come sono assenti le richieste per la linea Cuneo–Ventimiglia”. Il veleno è nella coda: “Le scelte di Cirio e Gabusi vanno in controtendenza con tutti gli studi del settore. Secondo il rapporto Pendolaria 2018 di Legambiente è in continuo aumento la richiesta di spostarsi con mezzi pubblici, principalmente ferroviari, una richiesta che non trova riscontro. Anche a causa di una politica vecchia che non ascolta le esigenze dei cittadini”.