"È la risposta, immediata e concreta, del Governo all’enorme richiesta di manodopera e professionalità straniere avanzata da tutti i settori dell’economia italiana. Favorirà l’immigrazione legale e il contrasto a quella illegale”.
Così il Senatore della Lega, Giorgio Maria Bergesio, Vicepresidente Commissione Attività produttive, commenta il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio con la "Programmazione dei flussi d'ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per il triennio 2023-2025" approvato ieri in tarda serata, in via preliminare, dal Consiglio dei Ministri.
Il provvedimento, il primo su base triennale, prevede subito l’ingresso di 40.000 lavoratori in più per agricoltura e turismo, che si aggiungono agli 82.000 del Decreto di inizio anno, per rispondere, almeno in parte, alle 240.000 richieste arrivate nel click-day dello scorso marzo. Poi altri 452.000 per i prossimi tre anni con 136 mila ingressi nel 2023, 151 mila nel 2024 e 165 mila nel 2025.
Spiega Bergesio: “Il provvedimento è volto a promuovere l’immigrazione legale, in quanto incrementa le quote di ingresso regolare per motivi di lavoro ed estende le categorie professionali ed i settori produttivi coinvolti. Viene introdotta la logica incrementale delle quote, in modo da ridurre in modo progressivo il divario fra i flussi d’ingresso e i fabbisogni del mondo del lavoro in modo coerente con la capacità di accoglienza e inserimento dei lavoratori stranieri nelle comunità locali”.
Sono anche state estese le categorie professionali e i settori produttivi coinvolti, con il via libera alla riattivazione delle chiamate per assistenza familiare e socio-sanitaria. Le aziende potranno anche chiedere elettricisti, idraulici, autisti di autobus e addetti alla pesca. Confermate le quote per il lavoro autonomo e subordinato non stagionale per l’autotrasporto merci, edilizia, turistico-alberghiero, meccanico, telecomunicazioni, alimentare e cantieristica navale. Per il lavoro subordinato c’è l’ok per i lavoratori dei settori agricolo e turistico-alberghiero. Per l'agricoltura e il turismo il Governo ha anche riservato specifiche quote per gli immigrati che sottoscrivono accordi per facilitare la migrazione regolare e contrastare quella irregolare e le cui istanze di nulla osta all'ingresso in Italia per lavoro stagionale, anche pluriennale, siano presentate dalle organizzazioni di lavoro indicate nel decreto.
“Per quanto riguarda i lavoratori stagionali nelle campagne, il decreto ne concede 44.000 rispetto ai 42.000 dello scorso anno, dei quali 1.500 riservati alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale, che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per l’autorizzazione. Si tratta di un provvedimento molto atteso dal mondo agricolo che l'anno scorso ha avuto non poche difficoltà a reperire la manodopera necessaria”, dice il parlamentare cuneese che conclude: “Finalmente non si procede più con provvedimenti transitori ma con una vera programmazione su tre anni che, oltre a dare maggiori certezze ai datori di lavoro, consentirà anche la formazione degli operatori nei Paesi d’origine”