"Oltre 5 miliardi che saranno usati per dare risorse immediate a beneficio delle categorie danneggiate”. Con queste parole il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato il decreto Ristori, la misura varata dal Governo per supportare le aziende che hanno dovuto ridurre o cessare la loro attività in conseguenza della nuova normativa anticoronavirus.
Il documento si presenta come un decreto Rilancio 2.0, in quanto i fondi che verranno erogati saranno calcolati in base a quelli già stanziati dal precedente. Gli indennizzi andranno dal 100% al 400%, a seconda di quanto le attività siano state colpite dalle nuove restrizioni. Inoltre sono previsti anche contributi per il pagamento dell’affitto dei locali e esenzioni della seconda rata Imu.
Nel decreto viene stanziato un miliardo di euro per creare un fondo di sostegno ai settori più colpiti. Le risorse destinate sono così distribuite: 400 milioni per agenzie di viaggio e tour operator, 100 milioni per editoria, fiere e congressi, 100 milioni di euro per il sostegno al settore alberghiero e termale e 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali
A chi spettano i fondi? Il punto principale del decreto Ristori è quello degli indennizzi per i mancati introiti. A prendere l’importo più basso saranno tassisti e Ncc (Noleggio con conducente n.d.r), queste categorie riceveranno un indennizzo pari al 100% di quello ricevuto in primavera con il decreto Rilancio.
A seconda dell’impatto economico subito, la percentuale dell’indennizzo si alza (il limite massimo, in ogni caso, sarà di 150 mila euro): i bar, le pasticcerie, le gelaterie, gli alberghi, gli ostelli, i rifugi di montagna e le aree campeggio ne riceveranno uno pari al 150%; per i ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine, impianti di risalita, parchi divertimento, sale giochi e biliardi si arriverà al 200%. A raggiungere la quota più alta saranno le discoteche che avranno diritto al 400%. In questa categoria rientrano anche sale da ballo e night club.
Per dare un’idea più chiara della portata degli indennizzi del decreto Ristori, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha spiegato che i ristoratori saranno divisi in tre fasce di fatturato che riceveranno un importo medio rispettivamente di 5.173 euro, 13.920 euro e 25 mila euro. Lo stesso sistema si applica ai teatri, dove invece gli scatti sono 5 mila euro, 13.900 euro e 30 mila euro. Previsto un finanziamento anche per i lavoratori stagionali che “hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro”. Qui la quota è fissa, mille euro: è prevista per i lavoratori del turismo, operatori dei centri sportivi e degli stabilimenti termali, stagionali dello spettacolo e venditori a domicilio
Tutti gli indennizzi verranno distribuiti a fondo perduto, non ci saranno limiti al numero di persone che potranno richiederlo. Secondo le dichiarazioni del Governo, i primi finanziamenti dovrebbero essere distribuiti entro il 15 novembre, arriveranno direttamente sul conto corrente degli aventi diritto.
Il decreto Ristori riguarda anche il sistema sanitario. Ci sono 30 milioni di euro che verranno destinati a un fondo per permettere di sottoporsi a un tampone ai medici di base e ai pediatri di libera scelta. Inoltre sono previsti anche fondi per il potenziamento del contact tracing attraverso la creazione di un servizio di “risposta telefonica” dedicato a chi risulta positivo al Coronavirus. Un servizio che si dovrà occupare anche di recepire i codici di positività dell’app Immuni.
Altre disposizioni del decreto Ristori riguardano poi le prossime comunali. Le elezioni amministrative che erano già state indette per il 22 e 23 novembre sono rimandate al primo semestre dell’anno prossimo. Sempre nel testo del decreto, vengono sbloccati anche nuovi fondi per le Forze di polizia e per i Vigili del Fuoco. Estesi, infine, il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione. “Abbiamo garantito altre 6 settimane di cassa integrazione Covid-19 utilizzabili dal 16 novembre al 31 gennaio 2021 o, in alternativa, ulteriori 4 settimane di esonero contributivo - ha spiegato il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo -. Al contempo, proroghiamo il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio”.