C’è un desolante spazio bianco nei moduli delle dichiarazioni dei redditi relative al 2021 ed è quello che lo scorso anno si poteva riempire con la destinazione del 2 per mille alla cultura. Desolante e deludente, perché la legge di Bilancio non ha previsto né la proroga né il finanziamento di questa misura che poteva dare al contribuente, senza spendere nulla di più, l’opportunità di devolvere il corrispettivo del 2 per mille delle imposte da lui versate alle associazioni culturali, già duramente provate dalla pandemia.
“È con grande rammarico e con profonda delusione che, ancora una volta, assistiamo ad una scelta inconcepibile e vergognosa da parte della politica - dice il presidente provinciale delle Acli di Cuneo, Elio Lingua -, che a parole dice di voler sostenere le realtà del Terzo Settore e ne elogia il ruolo nei momenti di difficoltà, ma dal lato pratico non fa nulla per agevolarne l’esistenza, anzi, sembra che ne voglia ostacolare in tutti i modi lo sviluppo, ad esempio, con l’obbligo che tutti i volontari facciano un’assicurazione”. Ricordiamo, come ACLI avevamo anche lanciato la proposta, che il Governo fornisse un sostegno per la copertura assicurativa a favore di tutti i volontari.
Lo stop al 2 x 1000 va infatti ad aggiungersi alla necessità di Iscriversi al Registro unico del terzo settore e alle regole stringenti del bonus per gli enti che si occupano di spettacoli dal vivo, penalizzando fortemente le organizzazioni culturali. Gli effetti del contagio hanno già duramente colpito il settore che, pure negli anni precedenti, aveva dovuto fare i conti con un forte ridimensionamento del sostegno pubblico a tutti i livelli: “In questi ultimi due anni, a causa della chiusura dei locali per il Covid 19 e a seguito dell’impossibilità di accogliere il pubblico in tutti i posti a disposizione, per rispettare le regole del distanziamento - prosegue Lingua - la maggior parte delle associazioni culturali non ha potuto contare sulle consuete entrate derivanti dalla vendita dei biglietti, degli abbonamenti e di altri servizi aggiuntivi. In molti casi, poi, non è arrivato nessun tipo di ristoro da parte dello Stato in due anni di pandemia o, se qualcosa è stato ricevuto, non è stato neanche sufficiente a pagare i costi fissi (luce, gas, affitti, SIAE, canoni, ecc). Ora si prospetta anche questa nuova “tegola sulla testa” a peggiorare la situazione e a far presagire tempi sempre più difficili per queste realtà, che pure rivestono un ruolo fondamentale per la tenuta sociale del Paese”.
“A dicembre 2021 il Governo ha messo a disposizione 210 milioni di euro come Fondo straordinario per il sostegno al terzo settore, per supportare le organizzazioni in difficoltà a causa dell’emergenza epidemiologica e della conseguente crisi sociale ed economica - dicono i vertici delle Acli cuneesi -. Ne avevano diritto i circoli che in questi due anni non avevano avuto alcun tipo di sostegno, ma ad oggi nessuna associazione (in provincia di Cuneo, oltre 70 circoli Acli), ha ancora ricevuto un euro, mentre i partiti politici continuano a godere di sovvenzioni”. “I nostri governanti, coloro che sono eletti - conclude Lingua -, oltre ad ascoltare le istanze della società civile, si ricordino dell'articolo 2 della Costituzione che parla delle formazioni sociali che devono essere al centro dell’attenzione: se il mondo che si aggrega nella cultura, nel volontariato, nello sport ecc, fosse venuto meno in questi due anni di pandemia, la situazione attuale sarebbe decisamente peggiore”. Una delusione cocente e una responsabilità di cui la politica dovrà rispondere di fronte agli elettori.