Stato d’emergenza e di calamità naturale per l’alluvione dei giorni scorsi, con la richiesta di 10 milioni di euro da spendere subito per ripristinare strade e ponti danneggiati e di altri 100 mililioni per i danni alle infrastrutture stimati per difetto. Inoltre deroghe in tema di autorizzazioni ambientali e per la predisposizione degli appalti, personale a disposizione, ratifica dei provvedimenti d’urgenza, autorizzazione ai provvedimenti necessari a far fronte alle esigenze emerse, in particolare per garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, in attesa degli specifici finanziamenti.
Sono le richieste avanzate dal Consiglio provinciale che si è riunito, in via d’urgenza, sabato mattina 26 novembre nella sede della Provincia a Cuneo. Il presidente Federico Borgna ha fatto il punto della situazione dell’alluvione e varato con i consiglieri i primi atti formali per gli interventi post-alluvione.
Il presidente Borgna ha ricordato come le precipitazioni siano state, per densità e durata, superiori a quelle dell’alluvione del 1994, qunado si registrarono in provincia di Cuneo 70 morti e mezzo territorio sommerso. “Questa volta – ha detto Borgna – non ci sono stati feriti gravi o morti e i danni sono stati minori rispetto a ventidue anni fa, e non per caso. A partire dalle istituzioni, passando per i volontari e i singoli cittadini, si è lavorato sodo facendo tesoro della tragedia vissuta, così come hanno funzionato i sistemi di allerta”. Borgna ha ringraziato anche il lavoro del personale dipendente della Provincia così come il sistema di Protezione civile che, anche se pesantemente sotto organico, ha lavorato in modo straordinario in queste ultime 72 ore.
Al dibattito è intervenuto il consigliere Marco Perosino che ha illustrato la deliberazione con la domanda di riconoscimento dello stato di calamità naturale con precise richieste, ricordando che sono stati investiti tutti gli avanzi e i fondi di riserva (500 mila euro in totale) per pagare il pronto intervento delle prime ore di emergenza. Poi gli interventi di Claudio Ambrogio, Bruna Sibille, Roberto Colombero, Annamaria Molinari, Ada Toso, Rocco Pulitanò e Mauro Bernardi, che hanno elogiato il lavori di istituzioni, forze dell’ordine e volontari.
Passata l’emergenza, la Provincia si trova a fare i conti dei danni ed a cercare di capire i tempi per il ritorno alla normalità che non saranno brevi a causa di decine di collegamenti interrotti.
I danni finora registrati sono ingenti, soprattutto nel Monregalese e in alta Val Tanaro: a Ceva e Garessio il fiume in piena ha causato il crollo di alcuni tratti di strada. Rimangono isolati i comuni di Bossea e Corsaglia e Corsagliola e ci sono problemi di viabilità sulla fondovalle Casotto, sulla strada per Viola, Garessio, San Giacomo e Roburent. Danni alle infrastrutture si rilevano a Nucetto, Clavesana, Carrù, Farigliano, Bastia, Priola, Bagnasco, Saliceto, Cortemilia, Torre Bormida, Camerana, Monesiglio, mentre in Alta Langa si monitora il rischio frane, con alcune strade chiuse per smottamenti, allagamenti causati dal torrente Belbo, detriti in movimento e micro frane.
Nel Saluzzese si sono verificati allagamenti a Moretta, Barge e Revello, dove Po e Ghiandone sono usciti dagli argini, oltrechè a Rifreddo, Paesana, Faule, Cardè. Una voragine si è aperta sul ponte della provinciale in località Pesci vivi, sulla ex statale Laghi di Avigliana ma è già stata riparata a tempo di record. Frane e smottamenti sono segnalati anche a Bagnolo Piemonte, Oncino, Crissolo, Sanfront. In totale sono 63 le strade provinciali danneggiate, crollate e finite sott’acqua, oltre ai ponti rovinati e ad alcune scuole superiori con danni ai tetti.