SOMANO - Diritto all’abitare nel Cuneese: Somano è il Comune che investe di più

Le amministrazioni possono intervenire cercando di sostenere le politiche che favoriscono il diritto alla casa. Ma in Italia gli investimenti toccano appena 1,28 euro pro capite

Micol Maccario 09/09/2023 11:44

Recentemente si è parlato molto del “diritto all’abitare” in particolare in relazione alle proteste studentesche portate avanti nelle principali città d’Italia. Gli universitari, ma non solo, fanno sempre più difficoltà a trovare casa a causa della crescita degli affitti a breve termine e all’aumento sproporzionato dei prezzi. Il diritto alla casa viene citato per la prima volta nella “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” del 1948 e, poi, nel “Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali” del 1966 in cui l’abitazione viene considerata un elemento imprescindibile per poter portare avanti una vita dignitosa. 
 
I comuni favoriscono - o dovrebbero favorire - gli interventi per il diritto alla casa e le spese possono essere rintracciate nella missione dedicata ai diritti e alle politiche sociali al cui interno sono inclusi gli aiuti per le famiglie, per il pagamento di ipoteche, di interessi sulle case di proprietà e le spese relative all’assegnazione di alloggi popolari. 
 
Ma, secondo i dati della fondazione Openpolis disponibili gratuitamente sul loro sito, “i Comuni non investono abbastanza sul diritto all’abitare”. La media di spesa equivale, infatti, appena a 1,28 euro per persona. Le grandi città che investono di più in questa missione si trovano nel centro-nord del paese e sono Genova con 58,26 euro a persona, Bologna con 33,31 euro a persona e Firenze con 15,14 euro pro capite. Al fondo della classifica, invece, ci sono Trieste (1,40 euro), Catania (0,84 euro) e Messina (0,74 euro). A livello regionale, in testa si trovano Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Liguria. 
 
Il comune che in assoluto spende di più per il diritto all’abitare in Italia si trova nel cuneese ed è Somano, un paese di 305 abitanti situato nella zona di Dogliani. Le spese registrate ammontano a 157,49 euro pro capite. In provincia Granda dopo Somano ci sono Monesiglio (vicino a Mombarcaro) con 100,84 euro pro capite e Priola (nella zona di Garessio) con 74,89 euro. Al fondo della classifica invece - escludendo le amministrazioni di cui non sono disponibili i dati - ci sono Moretta con 0,06 euro pro capite, Villafalletto con 0,35 euro e La Morra con 0,56 euro. Il Comune di Cuneo si trova al tredicesimo posto con un investimento di 10,98 euro per persona.
 
Nonostante gli investimenti maggiori in molte zone rispetto alla media italiana, le difficoltà nella Granda non mancano. Secondo i dati della piattaforma Immobiliare.it, la provincia di Cuneo non è una delle più economiche del Piemonte se si analizzano i prezzi di acquisto delle case. La più cara è Verbano-Cusio Ossola, seguita da quelle di Torino e Novara. Poi si colloca la Granda. Al fondo della classifica ci sono Biella, Asti, Alessandria e Vercelli. Nel mese di agosto 2023 nel comune di Cuneo per gli immobili in vendita sono stati richiesti in media 1.842 euro al metro quadro. La cifra è in leggera diminuzione rispetto ad agosto 2022 (1.847 euro al metro quadro), ma rimane comunque più alta rispetto al periodo tra giugno 2019 e luglio 2022. Come è possibile immaginare, persistono delle differenze anche all’interno del comune di Cuneo. Il prezzo richiesto per gli immobili è in media più alto nelle zone Donatello, San Paolo e San Rocco Castagnaretta. Al contrario, è più basso a Roata Rossi, Passatore e San Benigno.
 
Per quanto riguarda gli affitti, per gli immobili a Cuneo ad agosto 2023 sono stati richiesti in media 7,11 euro al mese per metro quadro. Anche in questo caso la somma ha subito una leggera flessione rispetto ad agosto 2022 (mese in cui si registrano 7,14 euro al metro quadro). Ma il dato è sconfortante se lo si paragona a maggio 2015, dove il prezzo richiesto era di 6,30 euro per metro quadro.
 
Dove vivono gli italiani
 
In Italia, fino dal periodo del dopoguerra, le famiglie hanno mostrato una generale tendenza all’acquisto dell’abitazione. I dati Eurostat più recenti disponibili sul sito Istat indicano che le persone che vivono in affitto o a titolo gratuito restano la minoranza, pari al 24,9%. Un numero che è anche al di sotto della media europea (34%). Tra coloro che vivono in una casa in affitto ci sono le famiglie meno abbienti, quelle più giovani, persone sole con meno di 35 anni e coppie giovani senza figli. Questo dato si spiega in parte perché le famiglie meno abbienti hanno più difficoltà a sostenere il peso di un mutuo. In generale però pare che la propensione ad acquistare una casa non sia più così netta come qualche decennio fa. D’altronde, se si considera la perdita del potere d’acquisto, l’aumento dei tassi di interesse, l’immobilismo degli stipendi e il rialzo generalizzato dei prezzi, sarebbe strano il contrario.

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