CUNEO - Dopo il crollo sull'A6 i Cinque Stelle tornano a chiedere dei lavori di consolidamento su viadotto Sarti

Nel 2013 Anas parlò di 'un'azione erosiva in atto', ma non attuò il progetto. Presentato un nuovo ordine del giorno in Consiglio comunale

Samuele Mattio 09/12/2019 15:14

Lo avevamo già scritto nei mesi scorsi: nel nostro paese sulla manutenzione delle infrastrutture c'è ben poco da scherzare. La tragedia del ponte Morandi è ancora vivida nella mente degli italiani e il crollo del viadotto sull'A6, avvenuto non più di due settimane fa, ha versato sale su una ferita ancora aperta. La provincia di Cuneo, già colpita dal crollo del cavalcavia della Tangenziale di Fossano e da un’annoso deficit infrastrutturale, ha pagato e paga tutt’ora più di altre zone. Se le infrastrutture non ci sono è un problema, ma se le esistenti non sono in sicurezza la gatta da pelare diventa ancor più grossa di quanto si possa immaginare. Questa la ratio dell’Ordine del Giorno presentato dal Movimento Cinque Stelle di Cuneo per il prossimo Consiglio comunale, in programma il prossimo lunedì 16 dicembre. Ad essere in discussione è la sicurezza del viadotto Sarti, una delle vie di accesso alla città più trafficate, a causa dell’azione di erosione praticata dal fiume Stura sui piloni che lo reggono. Non è la prima volta che gruppo di Manuele Isoardi interviene sull’argomento, ma dopo quanto accaduto sulla Torino-Savona, il tema torna di stretta attualità, nonostante siano ben otto anni che si parla dei lavori di consolidamento sotto il viadotto che collega l’altipiano all’Oltrestura.
 
A indicare per primo la necessità dei lavori, nel 2011 non fu un consigliere comunale di minoranza, ma l’ente responsabile: l’Anas. A meno di quattro anni dalla cerimonia di inaugurazione del viadotto era già stato studiato un progetto di consolidamento delle fondazioni di due piloni, lo si apprese da una missiva inviata dall'ente al Comune di Cuneo l'11 maggio del medesimo anno.
 
Passarono quasi due anni e, una volta ottenuti i pareri dell'AIPO, della Commissione locale del paesaggio e della Soprintendenza e dell'Ente parco, Anas accelerò: “Stante la particolare natura delle opere, ossia di presidio e difesa delle fondazioni e delle sponde dall'azione erosiva del torrente Stura – scriveva il responsabile del procedimento, Marco Mancina, in una lettera inviata all'Amministrazione Comunale di Cuneo e, in copia, alla Regione Piemonte il 15 febbraio 2013 -, si chiede alla Direzione OO.PP di voler rilasciare il proprio parere nel più breve tempo possibile e all'Amministrazione comunale di voler rilasciare il permesso di costruire con ogni possibile cortese sollecitudine, al fine di poter avviare la realizzazione delle opere e bloccare l'azione erosiva tutt'ora in atto”. Parole forti, che convinsero il Comune di Cuneo a concedere il permesso di costruire a stretto giro di posta. Già il 25 febbraio, a distanza di soli dieci giorni, palazzo Civico emise il documento.
 
Nonostante la solerzia dell’amministrazione comunale i lavori di consolidamento richiesti con tanta fretta nel 2013, non sono ancora cominciati all’alba del 2020. Tante le richieste ripetutesi nel tempo, ma Anas non ha mai dato spiegazioni chiare sul motivo del ripensamento. Intanto opere analoghe sono state effettuate sul viadotto della Pace, il 'gemello' in direzione Boves. Solo nel settembre del 2018, secondo alcuni spinto dal trasporto emozionale provocato della tragedia di Genova, il Consiglio comunale di Cuneo approvò un Ordine del Giorno (presentato dal M5S) che impegnò l'Amministrazione a sollecitare risposte dall’Ente Strade.
 
“L'opera è di competenza di Anas, sono loro che hanno l'obbligo di gestirle e di verificarle. In questo momento non sappiamo perché non abbiano fatto i lavori” aveva detto l'assessore Guido Lerda in risposta a un'interrogazione presentata da Silva Cina la stessa sera. “I pilastri 5 e 6 a oggi non presentano nessuna criticità, ma potrebbero presentarla nel caso in cui l'alveo si spostasse sulla sua sinistra. Questa erosione andrebbe a inficiare i micropali del pilastro, ad oggi la scogliera manca” aveva invece affermato il consigliere di maggioranza Silvano Enrici, facendo riferimento al progetto presentato da Anas. 
 
Da quel giorno è oramai passato più di un anno…

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