“Leggere di una amministrazione pubblica che plaude per la ‘lungimiranza di un Ministero’ che ha deciso unilateralmente di bloccare un progetto di tale valenza rende esterrefatti”. È un passaggio di una delibera approvata il 14 gennaio dal Consiglio comunale di Demonte. Il riferimento è al progetto per la circonvallazione, il documento replica all’ex sindaco di Vinadio, Angelo Giverso, che in una lettera inviata all’Unione Montana a dicembre si era opposto all’attuale progetto per la variante attesa da anni in valle Stura, in seguito a una deliberazione del Comune di parere analogo. Un testo nel quale Giverso si complimentava con il Ministero dei Beni Culturali per aver tutelato i resti del Forte della Consolata, posti su una collina sotto la quale dovrebbe passare una galleria.
Il Consiglio comunale di Demonte ricorda che lo scorso 15 novembre l’assemblea dei Sindaci dell’Unione Montana Valle Stura ha approvato all’unanimità (e quindi con l’approvazione anche del Sindaco di Vinadio) un documento che dichiara “Irrinunciabile la realizzazione della variante”, in contraddizione quindi con la deliberazione approvata pochi giorni dopo dal Consiglio comunale.
Spiegano i consiglieri comunali di Demonte: “Non si sta parlando di un capriccio progettuale, ma siamo di fronte al un intervento che tende ad eliminare una situazione di grave pericolo per i pedoni, un pesante inquinamento per i gas di scarico, un rumore assordante e continuo e le vibrazioni, e può nel prossimo futuro fare rivivere il prezioso centro medioevale oggi completamente abbandonato”. La delibera del Consiglio comunale di Demonte ricostruisce poi gli ultimi passaggi della “telenovela”: “È bene ricordare che a seguito del finanziamento dell’opera nei mesi di aprile e maggio 2016 è stato attivato un tavolo tecnico con tutti i settori regionali e enti locali nel quale il tracciato veniva condiviso. Con l’inizio della progettazione definitiva veniva individuata la presenza dei ruderi del Forte della Consolata. Nel marzo 2017 veniva attivato un confronto con la Soprintendenza. Si apprendeva dell’esistenza di un’area ope legis di tutela estesa all’interezza del Podio. Si richiedevano alla Soprintendenza indicazioni sulla scorta della sovrapposizione del tracciato in progetto con l’area di tutela. In esito a tali richieste ed incontri non emergeva da parte della Soprintendenza alcun motivo ostativo alla prosecuzione dell’iter progettuale sulla soluzione condivisa. Soltanto nel 2019, a distanza di oltre 5 anni rispetto alle prime elaborazioni progettuali, viene attivato il procedimento di Verifica di interesse Culturale di cui al D. Lgs 42/2004. Le diverse valutazioni a cui detto ufficio perviene successivamente, ricavandone il giudizio di impatto del nuovo tracciato stradale sono incomprensibili, atteso che fino dall’inizio la Soprintendenza conosceva bene la localizzazione del tracciato. In ultimo non si può non rimarcare come le determinazioni della Soprintendenza di cui al parere 5302 del 30 aprile 2019 siano in evidente contrasto rispetto al loro pronunciamento 8865 del 16 luglio 2018 dove: lo studio del paesaggio era sostanzialmente esaustivo; l’interferenza con le strutture ipogee del forte era altamente improbabile; per la tutela archeologica era richiesto un programma di accertamenti. Appare inutile parlare dell’alternativa di tracciato interamente in galleria (da Rialpo di Demonte alla salita di Sant'Annetta a Vinadio, proposta da Giverso, ndr), in quanto oltre a richiedere un impegno economico di circa due volte superiore all’attuale valore economico del progetto definitivo, presenta problematiche rilevanti quali l’allocazione del materiale di smarino, maggiori tempi di esecuzione e prolungati disagi”.
Nel documento redatto da Giverso viene poi chiamata in causa l’Acqua Sant’Anna, che avrebbe “contribuito a creare confusione sostenendo con faciloneria e improvvisazione diversi sistemi di trasporto e non assumendo decisioni a causa di litigi”. Replica il Consiglio comunale di Demonte: “Forse chi ha partecipato in prima persona a tutto l’iter approvativo e costruttivo dell’azienda ed è stato uno dei soggetti attivi di tutta l’operazione (lo stesso Giverso, ndr) dovrebbe, anziché proporre inutili relazioni, prendere atto che la sottovalutazione del problema del trasporto ha creato quello scompenso ambientale che tutti abbiamo sotto gli occhi e che sta distruggendo la comunità di valle. Infine è utile ancora segnalare l’ultimo capoverso della parte dispositiva del provvedimento in cui si invita il Ministro a dirottare il finanziamento su Vinadio e sul suo forte con una nuova soluzione viabile, come se bastasse tracciare una linea su della carta. Dopo tanto lavoro e tanta fatica qualcuno ritiene ancora di autonominarsi arbitro della situazione e fare girare l’orologio in senso antiorario”.