Riceviamo e pubblichiamo.
Ciclicamente, ad ogni stagione particolarmente siccitosa come questa, si ritorna a parlare della necessità di costruire nuovi invasi per raccogliere l’acqua quando c’è ed utilizzarla quando manca. Salvo poi, passata la difficoltà del momento, rimettere i buoni propositi nel cassetto fino alla crisi successiva. Bisogna, invece, agire subito e concretamente. Come? Lasciando da parte i mega progetti alla Serre-Ponçon, di cui si discute da decenni e che periodicamente tornano in auge dal nostro lato delle Alpi, vorremmo rilanciare nel dibattito politico provinciale e regionale due proposte semplici e fattibili in tempi ragionevoli. La prima proposta è quella di ripulire dai sedimenti le attuali dighe piccole e medie sparse in tutte le nostre vallate. Potrà sembrare un intervento minimale, in realtà vorrebbe dire almeno raddoppiare la capacità di invaso oggi presente. La maggior parte delle dighe oggi funzionanti, costruite molti decenni fa, non sono mai state ripulite dal deposito ghiaioso. Basta vedere su Google Maps, come esempio, la foto della piccola diga a Ponte Marmora in val Maira, occupata per la maggior parte da materiale sabbioso e limoso, per rendersi conto della situazione. Qualche anno fa è stata ripulita la diga di Saretto, sempre in alta valle Maira, ma fu un episodio isolato. Bisognerebbe pianificare, da subito, interventi di manutenzione straordinaria di tutte le dighe esistenti. La Regione Piemonte potrebbe definire un piano specifico costringendo/incentivando gli enti proprietari a intervenire, magari rivedendo e aggiornando la destinazione degli stessi invasi in un’ottica mutifunzionale.
La seconda proposta, integrata alla prima ma ben più corposa, si chiama Invaso di Serra degli Ulivi. È un intervento importante, ubicato nell’area monregalese con una potenzialità di stoccaggio di 13 milioni di metri cubi di acqua. Le fasi progettuali sono in avanzata realizzazione, presenta minime controindicazioni ambientali o sociali ed ha una spiccata vocazione multifunzionale: idropotabile, irrigua, energetica e paesaggistica. Come Monviso in Movimento riteniamo che Serra degli Ulivi, partito qualche anno fa come progetto Faro della Fondazione CRC, debba diventare progetto Faro per l’intero territorio provinciale e regionale, accelerando il più possibile le fasi realizzative, utilizzando anche allo scopo le risorse del PNRR. La condivisione di questo progetto da parte del territorio, come tessuto sociale e della politica ai diversi livelli e la convergenza di risorse, per la strategicità dell’intervento, possono fare un balzo in avanti nella realizzazione di un’opera sicuramente determinante per il sistema idrico provinciale.
Molti altri temi sarebbero da affrontare per combattere la carenza idrica dalla riorganizzazione complessiva del sistema irriguo in agricoltura (Consorzi) al contenimento delle perdite della rete idropotabile provinciale, ma questi due punti: efficientare al 100% gli invasi esistenti e realizzare l’invaso “Serra degli Ulivi” riteniamo siano le urgenze a cui dare risposta oggi. Senza perder tempo e con determinazione.
La segreteria di Monviso in Movimento