“Ricostruire un patto di fiducia tra imprenditori, politica e istituzioni e costruire un Piemonte e una Italia a misura di oltre 4 milioni e mezzo di artigiani e piccole imprese, 117mila in Piemonte, che danno lavoro a 11 milioni di addetti, 235.255 quelli piemontesi”. È questa la richiesta di Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte per sollecitare un impegno concreto a rimuovere gli ostacoli che bloccano gli imprenditori e a creare le condizioni per la ripresa economica.
“A chi si candida a guidare il Paese chiediamo un patto di fiducia per realizzare le riforme irrinunciabili per lo sviluppo - continua Felici - domandiamo di porre l’artigianato e le micro e piccole imprese, che rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo e danno lavoro al 64% degli occupati, al centro degli interventi per rilanciare la competitività e di ri-orientare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale”.
Nell’agenda delle priorità indicata da Confartigianato Piemonte c’è anche la richiesta di “un fisco semplice e leggero, visto che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona. Da riformare all’insegna dell’efficienza anche la macchina burocratica, poiché oggi l’Italia è al 24° posto nell’Ue per la qualità dei servizi pubblici e soltanto il 28% delle amministrazioni locali gestisce completamente pratiche on line”. “Il lavoro di qualità è un altro importante tema che deve essere affrontato - prosegue Felici - diciamo no al salario minimo legale e sì al lavoro di cittadinanza, va ridotto il cuneo fiscale e contributivo sul lavoro e potenziati formazione tecnica e professionale e apprendistato per agevolare il reperimento di manodopera qualificata da parte delle imprese”.
E sul caro energia secondo Confartigianato Imprese Piemonte non ci sono alchimie che tengano: lo Stato deve in prima coprire gli aumenti (costi di elettricità e gas, incrementato 108%) ma subito dopo recuperare il suo ruolo centrale nella gestione e nella distribuzione dell’energia, tagliando fuori gli speculatori. “Sul fronte della sostenibilità ambientale - sottolinea Felici - vanno mantenuti gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, sciogliendo rapidamente il grave problema dei miliardi di crediti fiscali incagliati legati ai bonus edilizia che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende di costruzioni e di 47mila posti di lavoro”. Sull’accesso al credito, Confartigianato Imprese Piemonte chiede delle concrete politiche creditizie che portino ad un intervento forte dello Stato anche su questa partita, per sostenere il tessuto economico caratteristico del nostro Paese costituito da micro e piccole imprese.
“E sul PNRR - conclude Felici - è necessario proseguire spediti nella sua attuazione con bandi improntati alla facile accessibilità che devono essere inclusive e accessibili per le piccole imprese. Bisogna poi essere molto attenti a non rendere la “transizione energetica” un business che poco ha a che fare col contenimento delle emissioni; piuttosto va sburocratizzata completamente l’installazione di impianti alternativi e va incentivata l’autoproduzione e l’autoconsumo; va inoltre creata una premialità per le Comunità Energetiche”.