“Non possiamo permettere che la nostra zootecnia sia messa nuovamente a dura prova da un’altra epidemia”. È quanto evidenzia il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, alla luce dei dati che mostrano in rapida espansione la Blue Tongue, soprattutto negli allevamenti ovicaprini, ma anche in quelli bovini cuneesi e piemontesi, con notevoli danni economici alle imprese.
Un’altra minaccia per la zootecnia provinciale e regionale nelle stesse settimane in cui dilaga un altro virus, quello della Peste Suina Africana, che mette a rischio il comparto e la filiera suinicola.
La febbre catarrale degli ovini, più comunemente conosciuta come Blue Tongue, è una malattia infettiva – spiega Coldiretti Cuneo – che colpisce i ruminanti ed è trasmessa da insetti vettori del genere Culicoides (moscerini). Tutti i ruminanti sono recettivi all’infezione, ma la presenza e la gravità del quadro clinico e delle lesioni variano da una specie all’altra e all’interno della stessa specie in relazione all’età, razza e al sierotipo/ceppo coinvolto; l’infezione si manifesta in forma grave principalmente negli ovini. La malattia - sottolinea la Coldiretti - non è in grado di infettare l’uomo.
Alla luce dei focolai che stanno interessando il territorio piemontese, compreso quello cuneese, Coldiretti ha chiesto alla Regione e ottenuto l’immediata costituzione di un Tavolo di emergenza per affrontare la delicata situazione. Il Tavolo è stato convocato per oggi e si è tenuto alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, e dei vertici degli Assessorati all’Agricoltura e alla Sanità, con la partecipazione della Coldiretti.
“L’aumento dei casi accresce la preoccupazione - dichiara il presidente Nada - tenendo conto che oltretutto, tra poche settimane, le greggi e le mandrie scenderanno dagli alpeggi. Alla Regione abbiamo chiesto uno sforzo per limitare i danni e trovare tempestivamente le risorse e i vaccini per la popolazione ovicaprina e bovina piemontese”.
Parliamo di oltre 150.000 ovicaprini e più di 3.600 aziende coinvolte in Piemonte, di cui oltre 100.000 capi e 2.500 aziende in Provincia di Cuneo.
“Serve un Piano straordinario per ovicaprini e bovini al fine di gestire questa problematica. Siamo a conoscenza dell’impegno della Regione dimostrato fino ad ora, ma con la diffusione dei casi è urgente un ulteriore intervento economico per garantire la continuità operativa delle nostre imprese” sostiene il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.