Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
potenza delle elezioni! Sinceramente, se si esclude il presidente Robaldo e pochissimi altri, nell’ambiente interno ed esterno non ci si è adoperati per la ricostruzione dell’ente Provincia. La Provincia conta poco, ma la carica di consigliere provinciale è piuttosto ambita. Per le imminenti elezioni si è detto di potenziali candidati che hanno rifiutato la candidatura. Balle! Con l’attuale sistema elettorale di secondo grado, il personaggio da votare e da fare eleggere è predeterminato dai vertici locali delle formazioni politiche. Pertanto, si tratta di un predeterminato che in quasi tutti i casi non è conosciuto ai più, con nessun collegamento con le varie tante aree del territorio provinciale. Per molti che magari erano disponibili tanto valeva non insistere.
Dai candidati designati emerge solo un appello al voto personale. Ma chi parla della funzione dell’ente, chi avanza obiettivi da perseguire, chi raccomanda progetti, chi invoca interventi di cambiamento da parte del governo regionale e nazionale? Meno male che è previsto istituzionalmente un Presidente tuttofare.
Entrando più a fondo del problema, in mancanza di autorevoli personaggi politici di riferimento, non si trova ancora occasione per concretizzare un coordinamento unitario con una visione organica per la ricostruzione della Provincia. E nemmeno emergono proposte ed iniziative conseguenti. Dubito che qualcuno si ponga il quesito: a cosa serve e a cosa può servire l’ente Provincia, intermedio e di area vasta? Ciò vale per tutti gli schieramenti. In più, nell’ambito del centrosinistra, probabile vincitore di queste elezioni visto che predomina il voto delle città più popolose, attendiamo di vedere chi si intesterà il tentativo di proporre soluzioni concrete per il cambiamento.
Va raccomandato al presidente in carica Robaldo di insistere per dare un “corpo e anima” al prossimo Consiglio provinciale, ma allo stesso tempo è auspicabile che i prossimi eletti non si limitino a fare da “contorno”. Per ridare un ruolo alla Provincia , in attesa che la sua rinascita sia suggellata da adeguate risorse finanziarie, che finora il governo non riesce a provvedere, i consiglieri devono investire i partiti di proposte di studi, di progetti, di programmi interprovinciali e con la confinante regione Paca. Vanno sollevate le tematiche relative all’aumento di numero e alla qualificazione dei dipendenti, nonché alle funzioni che debbono equilibrare l’inevitabile centralismo regionale. Bisogna avere il coraggio di sostenere che sono i cittadini delle varie aree provinciali che devono eleggere – per conoscenza diretta - i loro rappresentanti; che dodici consiglieri sono insufficienti a governare una provincia come Cuneo. Senza questi presupposti, a cosa servirebbe in concreto il nuovo Consiglio provinciale, visto che può bastare un Presidente capace? Ringrazio per la pubblicazione.
Paolo Chiarenza (Busca)
Ex consigliere provinciale