CUNEO - Ex Lavatoi, la “pacchia” è finita. Ma ora Cuneo deve decidere cosa farne

L’assessore Spedale pensa a una concessione commerciale. Non tutti sono d’accordo, e in maggioranza Pd e Cuneo Civica avvertono: “Servono più controlli sui gestori”

Andrea Cascioli 19/09/2024 18:25

“La pacchia è finita” si potrebbe dire a proposito degli Ex Lavatoi, per riprendere un mantra caro all’attuale premier. Nel senso che sta ormai per scadere la concessione ventennale che il Comune di Cuneo aveva stipulato per il recupero e la gestione del bene: 250 euro all’anno, il canone indicato dall’amministrazione, a fronte però di non pochi lavori resisi necessari per aprire e mantenere un locale che, all’epoca, era nulla più che un magazzino ridotto in rovina.
 
Al 2002 risale il primo interessamento: in ballo c’erano i fondi di un bando regionale, vincolati però alla destinazione culturale del bene. Tra le proposte, la più interessante era stata giudicata quella presentata dall’associazione Turismo Cultura e Sport (Tucspo), col quale nel 2004 venne firmata la concessione: “Il risultato è stato importante, perché è stato non solo risanato il luogo, ma si è provveduto anche alla struttura e all’impermeabilizzazione” ha spiegato l’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale ai consiglieri riuniti in commissione. La concessione scade a fine ottobre, ma la giunta ha già fatto sapere di voler proporre una proroga ai gestori, la cui durata deve essere ancora quantificata: “Dobbiamo ultimare una serie di analisi sulla consistenza del bene. Se sarà il caso, chiederemo ai futuri gestori di ‘metterci mano’, sennò affideremo il bene sicuri che la struttura e l’impiantistica siano a posto”.
 
La cosa fa storcere il naso a Beppe Lauria di Indipendenza!, il quale nota al riguardo: “Ho sempre sentito che la richiesta di proroga, semmai, la fa chi ha in gestione il bene, non chi lo possiede: qui è il contrario e ne prendiamo atto”. Ma il disaccordo più netto riguarda la “disparità di trattamento” fra gli Ex Lavatoi e un’altra, ormai famigerata, concessione comunale: quella per Tettoia Vinaj. “In due commissioni - protesta Lauria - ci avevate spiegato il contrario di quanto detto oggi, quando abbiamo chiesto perché non facessimo una valutazione commerciale su Tettoia Vinaj. Siete riusciti a fare un bando con cifre completamente diverse da quelle prese in discussione, durante le due sedute della commissione: è evidente che abbiate un disegno ben chiaro, noi facciamo gli utili idioti”. Un fiume in piena, che sfocia nell’ironia: “Adesso ho capito perché hanno fatto sette assedi in questa città: per impedirvi di uscire, perché fate danni”.
 
 
La “provocazione” di Boselli: “Facciamone un centro di cultura”
 
Anche Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) si dice “stupefatto” dalla relazione dell’assessore: “Fino adesso avevate sostenuto che c’erano luoghi per i quali, oltre al fattore economico-commerciale, dev’esserci una caratterizzazione di finalità. Abbiamo già un’esperienza negativa sul commerciale, è Cascina Vecchia”. Gli Ex Lavatoi, aggiunge il neo 85enne consigliere, sono stati “un luogo molto chiacchierato: addirittura, chi ha avuto la concessione si è fatto la campagna elettorale su questo. Un’attività iniziale di tipo culturale si è andata perdendo nell’arco degli anni”. Per l’altro commissario di CBC, Nello Fierro, è opportuno mantenere una gestione “accompagnata da attività culturali che forse sono durate un anno o due e poi sono andate scemando. Quell’aspetto non lo metterei in disparte, deve rimanere tra gli elementi che si richiedono al futuro gestore”. “Vediamo di nuovo che non c’è coerenza nella politica di gestione dei vari locali che diamo in concessione” osserva Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), secondo il quale “la programmazione non è nel Dna di questa amministrazione: chiediamo da tempo di non andare sempre avanti a spot”.
 
Giancarlo Boselli (Indipendenti) è quello che si spinge più in là, chiedendo che il Comune si riprenda i locali: “Noi riteniamo che l’amministrazione debba rientrare pienamente in possesso del bene ristrutturato e quindi non si debba fare un bando: va gestito direttamente, con scopo culturale e sociale. Si può farne una sede per il quartiere e per attività culturali”. Ma dalla maggioranza arrivano solo reazioni critiche: “Ci dica dove prenderemmo i soldi” replica la capogruppo del Partito Democratico Claudia Carli, che pure non risparmia le critiche su come un locale - in teoria - non solo “da movida” è stato gestito. “Nella delibera di giunta si fecero passaggi molto puntuali che non sono stati rispettati in alcun modo” sottolinea, tra cui “anche il fatto che se l’immobile fosse stato concesso a terzi sarebbe decaduta la concessione e questo non è accaduto, nonostante sia andato in subaffitto”. Ora, aggiunge l’esponente dem, “non possiamo permetterci di fare lo stesso errore che è stato fatto in quegli anni e allo stesso tempo non possiamo togliere uno spazio sociale: non diciamo che faremo ‘attività culturali’ che poi non faremo”.
 
 
Le ragioni della movida: “Per la cultura ci sono più spazi che offerta”
 
Neanche sul fatto che gli attuali Lavatoi siano “solo” un luogo di movida c’è concordia fra tutti, va detto. Maria Laura Risso (Centro per Cuneo), ad esempio, elenca in modo puntuale tutti gli eventi a finalità culturale e sociale realizzati: 192 solo quest’anno, 1.377 negli ultimi otto anni tenuto conto anche del “vuoto” del Covid. “Numeri importanti che confermano che i Lavatoi sono un punto di riferimento e di svago per i giovani, non solo di Cuneo ma di tutta la provincia” dice la consigliera, mettendo sul banco anche la lunghissima lista dei lavori che i gestori reputano necessari: “Il locale dopo vent’anni necessita di ristrutturazione completa”. Dall’accesso disabili e il rifacimento della scalinata Piatti alle coperture esterne, dall’illuminazione allo sbancamento della passeggiata sul lungogesso per risanare le infiltrazioni, dal riscaldamento all’impianto elettrico e idraulico.
 
L’altra centrista, Monica Pellegrino, spiega che “in questi anni nella struttura ci sono stati concerti, corsi, mostre, iniziative culturali, incontri e serate benefiche: non solo la movida alla sera”. E chiede di mantenere la destinazione commerciale che ne ha fatto “uno dei pochi locali che hanno tenuto aperto, frequentato da tantissimi giovani”. Concorda Luca Paschiero (Cuneo Civica): “Preferisco che la città dia la possibilità di avere momenti di vita sociale, non solo culturale. Spazi per attività culturali ne abbiamo, forse troppi spazi e poca offerta, mentre c’è meno attrattività per i giovani dal punto di vista aggregativo”. Paschiero però pretende che i paletti siano più solidi: “Chiedo anche che nel prossimo futuro il bene venga maggiormente controllato rispetto ai gestori”. Critiche sulla gestione passata, perché “i fondi reperiti per la ristrutturazione ammontavano a circa 400mila euro: non credo possano giustificare la proposta di una convenzione a 250 euro di affitto all’anno”.
 
Anche Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica) ricorda che “per quanto riguarda la cultura, in zona ci sono ben altri siti”, a cominciare dalla nuova biblioteca a palazzo Santa Croce: “È un dato di fatto che il comune si trova un bene recuperato, ricordiamocene quando parliamo di altri project financing”. Ovvero la Tettoia Vinaj, su cui interviene diretto Vincenzo Pellegrino (Centro per Cuneo): “La stessa finalità di recupero va valutata su Tettoia Vinaj e l’ex caserma Cantore: il risultato è stato raggiunto. Se Tettoia Vinaj fosse stata così appetita, perché si presentò solo una ditta?”.
 
“Pensare che i Lavatoi diventino luogo di cultura per antonomasia, rispetto a tutta l’offerta che c’è nel centro storico e non solo, è eccessivo e fuorviante” replica l’assessore, rispondendo poi alle obiezioni poste da Lauria: “Quando abbiamo parlato di Tettoia Vinaj abbiamo detto che non si poteva fare una locazione commerciale e nemmeno si può fare adesso: in entrambi i casi utilizziamo lo strumento della concessione amministrativa”. Solo che questa concessione avrà un taglio più “culturale” per Tettoia Vinaj e più “commerciale” per i Lavatoi, per le ragioni spiegate dalla dirigente dell’Ufficio Patrimonio Anna Bertola: “Tettoia Vinaj è in una piazza con un potenziale a livello di manifestazioni ed è stata inserita in un progetto di rigenerazione urbana: quello dei Lavatoi era legato invece ad un singolo immobile”. Si tornerà a parlarne, dopo la metà di ottobre. Per allora si parlerà anche dei tempi della prossima concessione (“potrebbero essere dieci anni più dieci” anticipa Spedale) e, beninteso, dei canoni.

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