“La serie storica, sui dati dei primi nove mesi di ogni anno, evidenzia il trend di crescita delle esportazioni cuneesi negli ultimi sei anni, fatta eccezione per il 2020 condizionato dagli effetti della pandemia - prosegue il presidente Gola –. È sorprendente rilevare che dal 2017 ad oggi il valore delle esportazioni cuneesi è aumentato del 40,5%”.
La crescita registrata dalle esportazioni cuneesi nel periodo gennaio-settembre 2023 è stata il risultato di andamenti più o meno omogenei nei vari settori di specializzazione. Il comparto manifatturiero, che rappresenta il 96,2% dell’export cuneese, registra un aumento del 4,7% mentre calano le esportazioni del comparto agricolo (-9,1%) e quelle di un settore, quantitativamente poco rilevante, quale i prodotti dell’estrazione mineraria (-14,7%). Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 34,7% e fa segnare un +1,9%, continua a essere il settore trainante dell’export manifatturiero sebbene in questi nove mesi la performance migliore sia stata registrata dagli articoli in gomma e materie plastiche (+15,4%), seguiti dagli apparecchi elettrici, elettronici e ottici (+11,3%), dai macchinari e apparecchi n.c.a. (+9,2%), dalla chimica e farmaceutica (+7,6%) e dai mezzi di trasporto (+5,6%). Una flessione significativa, del 10,9%, è stata registrata dagli altri prodotti delle attività manifatturiere, seguiti dai metalli di base (-10,4%), dal legno (-7,2%) e dai prodotti tessili (-3,9%).
Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 63,8% delle esportazioni provinciali, contro il 36,2% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. L’aumento registrato dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stato del +4,7%, mentre quello verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un +4,0%. I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 19,5% e 14,5%. Entrambi hanno registrato una variazione positiva: la Francia del +4,6%, la Germania del 3,3%. La Spagna, con una quota del 6,5%, ha registrato una buona variazione del +16,2% e così la Polonia, con una quota del 4,7%, ha riportato un +8,7%. Il Belgio ha subito una flessione pari al 7,9%, seguito da Repubblica Ceca (-5,0%) e Paesi Bassi (-2,4%). Hanno invece fatto segnare una crescita Austria e Romania, con quote dell’1,4% e dell’1,6%, che hanno registrato rispettivamente +22,1% e +19,9% seguiti dalla Grecia con +17,1%.
Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,4% e il 5,3% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno segnato una flessione del 2,9%, mentre il Regno Unito un incremento del 5,9%. Il Canada con una quota parte del 2,1% realizza un +8,1%. Si consolidano le vendite verso Messico (+36,8%), Arabia Saudita (+27,3%), Australia (+20,0%) e Cina (+10,7%), mentre si registra una flessione per la Svizzera (-1,6%) e un crollo per la Russia (-30,7%).