Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Rifondazione Comunista Cuneo e dell'Unione Inquilini:
In questo periodo sui media e nelle strade è un gran parlare del Reddito di inclusione (REI) e c’è una vera e propria corsa nei vari uffici alla ricerca della propria idoneità I 4.742.000 «poveri assoluti» certificati dall’ Istat nel suo ultimo rapporto parlano di una vera e propria emergenza sociale. Questa marea montante, sollecitata dalla promessa di un pur piccolo sollievo alla propria condizione costituito dalla annunciata possibilità di accesso a un frammento di reddito, si è messa in movimento. Ha invaso le sedi comunali, poi - non trovandovi risposte adeguate - si è diretta verso i Caf (Centri di assistenza fiscale), come il nostro, dell’Unione Inquilini di Cuneo (via Saluzzo 28), dove tutti i martedì e giovedì, dalle 9.00 alle 17.00 si possono fare le domande per il REI.
Secondo il solito copione , la «politica» (i partiti di governo, i ministri che ne elaborano i provvedimenti, gli uomini e le donne che siedono in parlamento e votano le leggi) ha elaborato un testo di legge curandone la funzione-annuncio ma si è del tutto disinteressata delle procedure e delle strutture necessarie per renderlo operante.
I Comuni - i primi a esser presi d’assalto - hanno dovuto ammettere di non avere gli strumenti per strutturare il percorso di inserimento al Rei, e ciò nonostante che la legge istitutiva del Rei stanzi il 15% delle (già misere) risorse disponibili proprio per l’istituzione degli sportelli comunali. Ma buona parte dei Comuni italiani sono paralizzati sul versante degli organici dalle regole sul pareggio di bilancio, per cui anche se ricevessero quei fondi non li potrebbero spendere.
Leggendo poi la circolare 172 dell’INPS del 22/11/2017 che ha per oggetto il Decreto legislativo n.147 del 15 settembre 2017 sul contrasto alla povertà scopriamo requisiti familiari che ci lasciano interdetti, ad esempio laddove si parla di “presenza di una persona con disabilità e di almeno un suo genitore, ovvero di un suo tutore”.
Cosa significa la necessità che insieme a una persona disabile deve esserci un genitore o un suo tutore? Un/a disabile che vive da solo/a non ha questi diritti? Una moglie/marito, compagna/o se non hanno eletto un familiare tutore e se non hanno un reddito di pensione sufficiente a vivere possono far domanda?
Ed ancora: “Presenza di almeno un lavoratore di età pari o superiore a 55 anni, che si trovi in stato di disoccupazione per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale intervenuta nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, ed abbia cessato, da almeno tre mesi, di beneficiare dell’intera prestazione per la disoccupazione, ovvero, nel caso in cui non abbia diritto di conseguire alcuna prestazione di disoccupazione per mancanza dei necessari requisiti, si trovi in stato di disoccupazione da almeno tre mesi.”
Quindi una persona con meno di 55 anni, disoccupato da tempo solo o con famiglia non ha diritto ad essere incluso nel certificato di povertà?
E i pensionati di invalidità civile con Isee sotto il valore di 3000 euro sono ricchi?
Infine occorre fare una grande riflessione sull’intervento economico che si intende dare, paragonarlo alla miseria crediamo sia fatto del tutto normale eccolo:
Numero componenti Soglia di riferimento in sede di prima applicazione Beneficio massimo mensile
1 2.250,00 187,50
2 3.532,50 294,38
3 4.590,00 382,50
4 5.535,00 461,25
5 o più 5.824,80 485,40