Il Consiglio regionale del Piemonte porta oggi in discussione la proposta di legge n. 99 del 2020, che vuole modificare la vigente legge 9 del 2016. Da tempo si è formato un coro contrario, composto da sindaci, ordini professionali, associazioni, stakeholder. In particolare, la preoccupazione di un’ampia porzione di cittadinanza, che rilancia l’allarme, è legata alla diminuzione della distanza tra l'installazione di apparecchi da gioco e i luoghi sensibili, come istituti scolastici, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di aggregazione giovanile, sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati. L’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte prende nuovamente parola sul tema, a distanza di 10 mesi. In quell’occasione aveva chiesto una frenata definitiva degli emendamenti proposti dalla maggioranza consiliare. Ed oggi rivolge un nuovo appello alla politica regionale, che pare non ascoltare le sollecitazioni provenire da più parti.
"La proposta di legge - afferma Antonio Attinà (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) - farebbe fare un pericoloso passo indietro sul piano della prevenzione dall'esposizione al gioco d'azzardo delle fasce di popolazione più a rischio. Parliamo dei più fragili, dei cittadini da tutelare maggiormente e ancor di più nell'attuale scenario pandemico che ha acuito le vulnerabilità esistenti e ne ha generate di nuove".
Si legge nel comunicato stampa diffuso dall'Ordine: "I dati mostrano una diminuzione significativa del gioco d’azzardo in seguito all’approvazione e all’attuazione della legge del 2016. Infatti, in base all’indagine svolta nel 2019 dall’Osservatorio regionale sulle dipendenze, la riduzione del volume del gioco fisico registrata in Piemonte nel 2018, rispetto al 2016, è di 497 milioni di Euro (-9,7%). Inoltre, circa il 78% delle persone prese in carico dal sistema sanitario per dipendenza da gioco d’azzardo dichiara di essere caduto in una situazione di dipendenza in seguito all’utilizzo di apparecchi come slot machine e video lottery. Per quanto riguarda, invece, il gioco online cresce molto (+75%) anche in Piemonte, ma meno che nel resto d’Italia (+87%). Pertanto non si può parlare di “effetto sostituzione”, come ben specificato dall’Ires Piemonte".
Antonio Attinà conclude: "I numeri palesano uno scenario in miglioramento: la legge del 2016 ha sostanzialmente determinato il rallentamento di una situazione che stava diventando drammatica. Anziché arretrare sulle azioni di contrasto, in controtendenza con ciò che si sta facendo, chiediamo al Consiglio Regionale di indirizzare le politiche verso un rinforzo delle attività di prevenzione, con progetti di sensibilizzazione, messa in campo di risorse finanziarie aggiuntive e l’adozione di ulteriori misure restrittive. Non dobbiamo pensare al gioco d’azzardo legale come ad un volano per la rinascita dell’economia regionale, perché è necessario tenere conto delle conseguenze che esso produce sulla salute pubblica dei cittadini e sul sistema sociale. Esortiamo la politica a considerare il punto di vista dei tecnici e le valutazioni degli esperti per salvaguardare il benessere dei cittadini. Rinnoviamo la nostra disponibilità a lavorare per costruire una regione più tutelante, più inclusiva e maggiormente espressione della voce di tutti".