“A pochi giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo della fatturazione elettronica per tutte le aziende, anche quelle agricole, le difficoltà da noi denunciate qualche settimana fa emergono forti in tutta la loro evidenza man mano che si avvicina la data del 1° gennaio e, se possibile, vanno ad inasprire ancora di più le previsioni di difficoltà a cui si troveranno di fronte le imprese italiane. Tutto questo nel silenzio più assordante di molti”. È netto il giudizio di Confagricoltura Cuneo, che per bocca del presidente Enrico Allasia, ritorna a scagliarsi contro un sistema che va ad appesantire gli oneri e il carico burocratico sulle spalle degli imprenditori, senza garantire loro alcun beneficio tangibile.
“Secondo le ultime simulazioni il sistema deputato a gestire tutto questo passaggio non sembra in grado di sostenere la mole enorme di movimentazioni in entrata e in uscita – aggiunge Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Se in Europa tale obbligo è in vigore solo in Portogallo e se gli altri Paesi hanno già deciso una proroga di tre anni più un possibile ulteriore slittamento, non si capisce per quale motivo l’Italia faccia l’esatto contrario, obbligando di fatto le aziende a subire un nuovo balzello in termini di costi e tempo sottratto alle attività aziendali. A tutto questo si sommano la già pesante burocrazia che attanaglia il settore, le inefficienze infrastrutturali e non solo del nostro Paese e gli elevati costi energetici, rischiando di rendere il comparto meno competitivo sui mercati internazionali”.
La Confagricoltura di Cuneo, solo qualche settimana fa, aveva denunciato apertamente l’entrata in vigore dell’obbligo di emissione della fattura elettronica per tutti i rapporti commerciali tra soggetti residenti nel territorio italiano e valevole sia nei rapporti tra soggetti titolari di partita IVA, che nei rapporti fra titolari di partita IVA e privati. Unica tra le associazioni agricole, Confagricoltura aveva criticato l’imminente nuovo vincolo per tutta una serie di motivi: al di là dell’ulteriore balzello e delle conseguenti complicazioni senza alcun beneficio per il settore, la Confagricoltura cuneese invitava a considerare come molte delle imprese agricole della Granda operino in zone non raggiunte da un’adeguata copertura delle reti internet, andando a complicare ancor di più l’entrata in vigore dell’obbligo. Inoltre, l’età media elevata degli agricoltori fa sì che non sia così agevole per loro l’utilizzo di tecnologie informatiche per prassi comuni come emettere e ricevere una fattura. Anche la scelta di esonerare i piccoli produttori in regime speciale non è del tutto soddisfacente, perché se è vero che sono sollevati dall’emissione della fattura elettronica attiva, devono comunque attrezzarsi per poter ricevere quelle passive.
“Chiediamo al Governo, così sensibile ai temi della semplificazione, di intervenire perché le aziende agricole non possono tollerare tutto questo, ma necessitano di strumenti utili a migliorare il funzionamento aziendale e non di altri ostacoli. Non crediamo inoltre sia questo il sistema migliore per combattere l’evasione fiscale e non vorremmo anzi che la troppa burocrazia e le inefficienze producessero l’effetto contrario”, ha concluso Allasia.